May 11, 2025

On. Mauro D’Attis (Forza Italia):
Ho partecipato all’incontro odierno ed è stato ben chiaro che il progetto Edison per realizzare un terminale di LNG nel porto di Brindisi ha un rilievo nazionale ed è sponsorizzato dal Governo, anche sulla base di quanto affermato da chi lo rappresentava all’incontro.

Premesso che Brindisi ha bisogno di occupare produttivamente tutte le banchine esistenti e il suo retroporto e che è necessario avviare alla realizzazione le ulteriori opere infrastrutturali senza preclusioni ideologiche, è opportuno che Brindisi non sia trattata a seconda delle convenienze regionali o nazionali.

Se è vero che c’è interesse del Governo su questo insediamento di gas, deve essere anche necessario che il territorio abbia la sua contropartita.

Del Contratto istituzionale di sviluppo non si hanno tracce concrete negli atti del Governo o del Parlamento (da non confondere con i comunicati stampa).

Brindisi non è stata volutamente inserita dal Governo nel progetto pilota finanziato dalla Commissione europea sulla strategia del Just Transition Fund.

Nel frattempo le opere portuali sono ferme al palo per la discrezionalità opinabile del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Il piano delle bonifiche è completamente fermo senza che vi sia il minimo interesse del Governo e della Regione ad accelerare i tempi.

Sul futuro degli investimenti Enel ed Eni mancano interventi dello Stato a favorirli, a cominciare dalla semplificazione delle autorizzazioni.

Al contempo Brindisi perde, per volontà politica, la sua Camera di Commercio e deve battersi per sperare negli investimenti pubblici sui collegamenti ferroviari o aerei e su quelli relativi alla chiusura del ciclo dei rifiuti evitando ai propri cittadini di pagare la tassa tra le più alte in Italia.

Occupazione e indotto locale, impatto ambientale, pianificazione degli usi degli spazi portuali e attenzione agli operatori del porto, trattativa con il Governo sul “pacchetto Brindisi” devono essere le tracce che tutti coloro che sono impegnati a rappresentare questo territorio nelle Istituzioni, devono seguire. In questa ottica Forza Italia a tutti i livelli si ritiene impegnata.

Il progetto Edison non può essere estraneo a questa visione completa sulla quale il Governo nazionale deve dire cosa fa, più che cosa pensa. Soprattutto se iniziative come queste utilizzeranno risorse pubbliche, a cominciare da quelle del Recovery plan.

Amati, consigliere regionale PD
“Se la diversa localizzazione del progetto Edison non è una scusa, penso che un mese sia sufficiente per indicare un’alternativa tecnicamente plausibile. Su questo punto si metta dunque a lavoro il Comune, consultando gli operatori portuali, e ci faccia sapere. Non consentirò che Brindisi continui a farsi inquinare dall’arretratezza, rinunciando a tecnologie produttive pulite”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento al progetto Edison di deposito costiero di gas naturale liquefatto (LNG).

“Sono certo che questa volta non sarà così, ma ciò che è successo in passato serve a stare in guardia. Chissà quante volte, infatti, abbiamo sentito che il problema non era il progetto ma la localizzazione, nascondendo in realtà una notevole contrarietà a programmi di sviluppo, anche se con oggetto verde e di economia circolare.

L’elenco dei “no” a gasdotti, impianti di trattamento rifiuti, depuratori ecc., formulati sempre sulla base di una localizzazione che chissà perché non è mai quella giusta, impone attenzione proprio nella fase di avvio del procedimento, così da evitare che i nodi vengano al pettine quando è troppo tardi.

So benissimo che i fronti problematici rispetto alle nuove opere sono di natura diversa. Ci sono infatti le fonti critiche utili a migliorare le iniziative, sempre ben accette, e quelle che per motivi di lotta politica pensano al mondo come un luogo ove imporre le proprie visioni o modelli di sviluppo, utilizzano il dibattito sulle opere per prendere visibilità politica.

Ebbene, sul progetto Edison facciamo in modo che prevalgono le critiche utili a migliorare i programmi industriali, perché alle critiche con la pretesa di modellare lo sviluppo per imporre visioni abbiamo già dato abbastanza in termini di perdita di occasioni”.

 

Ercole Saponaro, Capo Gruppo Lega Consigliere Comunale:
La Lega ha partecipato oggi alla presentazione del Progetto Edison presso l’Autorità di Sistema Portuale di Brindisi. Ancora una volta abbiamo assistito alla solita e interminabile volontà di vari interlocutori, Istituzionali, Operatori Portuali e Parto Sociali che a vario genere con sfumature diverse pongono una serie di questioni, di vincoli, di criticità che rischiano di portare nuovamente a lungaggini burocratiche che allungheranno i tempi di realizzazione o spaventeranno l Investitore costringendolo a guardare verso altri Porti. Sembra incredibile che dinanzi alla drammatica situazione del Nostro Porto, alla incapacità di dare servizi e di attirare nuovi investitori e nuove Compagnie che possano alimentare i traffici portuali, si continui con la solita ormai conosciuta sequenza di vincoli, di zone che non vanno bene, di tutela del presente, di tutela di interesse di pochi a fronte di un investimento di uno dei più grandi Gruppi Industriali come Edison che ha posto la sua attenzione sul nostro Porto. Non vogliamo il carbone, vogliamo una migliore qualità dell Aria e riusciamo ugualmente a porre veti o prescrizioni a un progetto che può portare solo benefici industriali e ambientali. Richieste di tavoli tematici, di interlocuzioni, di modifiche del progetto la solita prassi che negli anni ha causato la desertificazione del nostro Territorio.Chi ha la responsabilità di proporre un tavolo tecnico, incisivo, pratico, con chi ha titolo a parteciparvi lo faccia subito accelerando l’ iter di confronto con il Territorio in modo che emerga chi vuole lo sviluppo e la ripresa economica del nostro Patrimonio Portuale e chi con i no a prescindere difende apparati e interessi particolari che sono stati il freno a ogni sviluppo della nostra città.

 

Europa Verde Brindisi
Il territorio brindisino è stato per anni martoriato dall’attività delle industrie pesanti e inquinanti, oltre che sottoposto a costante ricatto occupazionale. Si impone quindi una riflessione sul destino economico della città e sullo sviluppo del porto, area strategica di rilancio economico di Brindisi e non solo. Trattandosi di decidere quale città lasceremo in eredità alle future generazioni, tale riflessione progettuale deve coinvolgere, oggi più che mai, tutta la cittadinanza e beneficiare del tempo necessario per le opportune valutazioni di concerto con tutti gli attori coinvolti.

Non riusciamo quindi a comprendere le reali intenzioni del consigliere regionale Fabiano Amati, quando nel suo comunicato stampa riporta che per lui “un mese sia sufficiente per indicare un’alternativa tecnicamente plausibile” per una locazione alternativa. Il consigliere Amati farebbe bene a dare seguito alla sua propaganda elettorale quando proclamava a piena voce la volontà di lavorare per lo sviluppo della Regione Puglia coinvolgendo tutte la parti sociali ed economiche interessate nei progetti di sviluppo che ha intenzione di portare avanti nei prossimi cinque anni di governo, con la promessa di prestare anche attenzione verso la tutela ambientale e sociale delle popolazioni coinvolte più direttamente.

Noi di Europa Verde Brindisi non siamo contrari all’uso di Gas Naturale Liquefatto come carburante per il trasporto marittimo, perché si tratta di un combustibile relativamente economico e pulito. Il GNL offre, infatti, numerosi vantaggi rispetto al diesel in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera: assenza di emissioni di anidride solforosa (SOx), riduzione del 25% circa delle emissioni di anidride carbonica (CO2), dell’85% circa delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e del 95% circa delle emissioni di particolato (PM). Tuttavia, riteniamo che il deposito costiero di GNL proposto dalla società Edison S.p.A non debba essere costruito nel sito di Costa Morena Est, ma in luogo più adatto. Europa Verde Brindisi ritiene valide e oculate, e appoggia convintamente le osservazioni espresse dalle associazioni Italia Nostra, Legambiente, Medici per l’ambiente, No al carbone, Salute Pubblica e WWF, ovverosia che “la costruzione di detto deposito priverebbe il porto di Brindisi di una banchina operativa, oltretutto infrastrutturata, causando un gravissimo danno alla portualità. Oltre ad occupare ampi spazi alla radice del piazzale commerciale della banchina, questa sarebbe inibita del tutto ad altro uso, precludendo qualsiasi traffico futuro” anche in vista del piano relativo alla Zona Economica Speciale (ZES). Infatti, grazie a cospicui investimenti pubblici, il porto di Brindisi sarà, al termine dei lavori di raccordo alla rete ferroviaria, uno dei pochi a permettere l’interscambio di merci tra nave e treno con un notevole risparmio di tempo per il trasporto dei beni, che in poche ore si sposterebbero tra il cuore del Mediterraneo e il centro/nord dell’Europa. Probabilmente il consigliere Amati ignora queste opportunità di sviluppo della zona portuale che porterebbe a maggiori benefici in termini sia occupazionali, sia economici e, di conseguenza, sociali del territorio.

Del resto, resta ancora sconosciuto il piano di sicurezza del progetto di Edison S.p.A. per la realizzazione del deposito nell’area individuata, dato che la banchina di Costa Morena Est si trova in piena area industriale e dista pochi chilometri in linea d’aria dai quartieri abitati Perrino, Centro e Casale.

L’aver escluso cittadini, comitati e associazioni dalla partecipazione alla presentazione del progetto manifesta chiusura verso le istanze del territorio. Noi di Europa Verde Brindisi crediamo in una reale politica partecipata e difendiamo la presenza dei cittadini in tutte le manifestazioni pubbliche, soprattutto se riguardano il futuro della città.

 

Massimiliano Oggiano:
E’ indispensabile oltre che opportuno che sul progetto di un deposito costiero “small scale” da 20.000 m3 di GNL nel porto di Brindisi presentato dalla società Edison si esprima chiaramente il Consiglio Comunale di Brindisi – afferma il capogruppo di FdI Massimiliano Oggiano. La pressoché condivisione da parte del territorio (operatori portuali, organizzazioni sindacali e datoriali, forze politiche ed Enti vari) dell’investimento in questione deve essere corroborata da una altrettanta chiara volontà politica dell’organo sovrano cittadino che dovrà esprimersi in seno alla Conferenza dei servizi decisoria presso il MISE per il rliascio dell’autorizzazione unica – continua Oggiano. La unanimità di facciata non può più essere brandita e/o condizionata con soluzioni pretestuose e addirittura inconciliabili con l’investimento (soluzione off shore ad esempio come paventato dal sindaco) utili solo a confondere e scoraggiare gli investitori privati nella prosecuzione del progetto, così come successo nel recente passato con altrettanto importanti opere pubbliche infrastrutturali portuali come la vasca di colmata, gli approdi di Sant’Apollinare, le briccole, il monoblocco prefabbricato per i controlli di security per le crociere, e da ultimo la fantasiosa localizzazione a capo bianco della Marina Militare – conclude Oggiano.

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