MEDITAZIONI DELLA SERA: MA E’ GIUSTO FARSI PIACERE UNA COSA “ A PRESCINDERE”?
Pensierini sulle reazioni ad una bella cronaca cittadina scritta da Mino Pica*
Scusate se sono polemico all’ora di cena, ma la storiella della tentazione cui è meglio cedere subito conferma la sua cristallina veridicità.
In calce all’articolo di Mino Pica pubblicato stamattina dal nostro amato giornale e poi condiviso su fb dal direttore Pinto, ho visto una manciata di “mi piacciate” lasciate, oltre che da alcuni presenti alla serata, anche da pochi altri pigri randagi del web, come a “marcare” il territorio, senza prendersi la minima briga di motivare il piacere espresso con un pur breve commento.
Eppure ciò di cui si è parlato intorno al famoso…“ tavolo virtuale” dell’incontro (ma non del confronto) tra i “magnifici sette” saggi della cultura brindisina, introdotti e moderati dal gran sacerdote di In…chiostri Lele Amoruso, avrebbe suggerito riflessioni di merito.
E allora una prima domanda sorge spontanea: a cosa si deve la registrazione di quei sintetici, criptici segni di consenso?
Sono stati seminati così, “ a prescindere”, come da decurtisiana memoria, tanto per approvare l’iniziativa culturale, oppure sono un preciso segnale di stima nei riguardi dell’articolista?
Magari non lo scopriremo nemmeno vivendo.
Del resto è la dura legge del sistema binario: mi piace – non mi piace, che ricorda tanto il “buono – non buono dell’Andy Luotto in stato di grazia arboriano, non consente allargamenti esplicativi.
A pensarci le due motivazioni potrebbero coesistere: è piaciuta l’iniziativa in generale, anche se non si è potuta viverla direttamente, ed è piaciuto il testo del Pica.
Oddio, a voler essere pignoli, lo scritto non ha azzardato pareri, analisi o addirittura critiche.
No, era un resoconto, fedele e puntuale, dell’alto pensiero dei relatori.
Una diligente trascrizione, quasi stenografica, di quello che si è sentito in sala.
Sì, una cronaca, come quelle scritte un po’ di anni fa, sempre a Brindisi, da Pietro Cagnes e Nicola Scalese.
Chissà, forse tra qualche tempo il documento sarà zippato e spedito nello spazio assieme ad altri reperti contemporanei.
Mi auguro che, tra cinquant’anni, possa essere intercettato da quelli di Alfa Centauri in maniera che quei progrediti alieni possano aver contezza di come stavano inguaiati, a cultura, i poveri terrestri abitanti nella città delle grandi corna.
Già, perché quello che pudicamente il giovane cronista ha tralasciato di sottolineare è che, la sera del 7 ottobre 2016, in quel del Convento S.Chiara, si è fatta “Filosofia”, si è esercitata cioè quella disciplina “con la quale e senza la quale si rimane tale e quale”, come recitava il noto andante goliardico.
Belle parole, ore rotundo, a volte espresse addirittura con toni affettati da salotto, ma cose concrete zero, anzi nisba. Analisi, individuazione dei vari problemi, strategie, tattiche (moduli no, per fortuna), dichiarazioni di intenti, ipotesi, auspici, prefigurazioni.
Teoria, un pizzico di retorica, e tanta buona volontà. Nulla di più. Insomma, tirando le somme di quanto asserito dagli illustri poltronati, ci siamo accorti che nella rete non c’era finito neppure un pesciolino.
L’amara verità è che c’est l’argent qui fait la guerre!
Sarà pur vero che con la cultura si mangia, ma per produrre eventi culturali in grado di dar da mangiare ci vogliono gli sghei.
Ora, i finanziamenti pubblici sono ridotti come l’erogazione d’acqua in certe zone del Sud, gli sponsores (ma sì, concedetemi il latinismo!) hanno stretto la borsa e preferiscono sostenere solo eventi pop o sportivi, noi privati predichiamo bene ma alla fine, quando si tratta di sottoscrivere un abbonamento, magari da sostenitore, nicchiamo e ci pensiamo sopra, più di quanto facciamo quando acquistiamo un Suv.
E quindi?
Non se ne esce subito, come dalla prigione del gioco dell’oca.
E’ necessario aspettare almeno tre giri.
Per adesso bisogna seminare molto, la “cultura” verrà dopo.
Ecco, questo avrei voluto sentire da almeno uno degli insigni ospiti. E magari anche qualche altra parola, ma questa volta espressa dal pubblico.
Purtroppo non c’è stato tempo di aprire un dibattito.
Vabbè, lo faremo una prossima volta.
Per ora, un cordiale saluto a tutti, al direttore di Brundisium, al giovane e valente Mino Pica, agli amici cliccatori, a quelli di In…contri e naturalmente ai “magnifici sette”…
di Gabriele D’Amelj Melodia
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