May 25, 2025

Francesco MagnoCome volevasi dimostrare (vedi mia nota del 16/03/2015), non bisognava essere veggenti per prevedere che l’Ordinanza della Regione – Ufficio AIA, del 11/03/2015, con la quale si vietava lo smaltimento dei rifiuti biostabilizzati della Provincia di Brindisi nella discarica pubblica di Contrada Autigno, non fosse ottemperata e che quindi il divieto di trenta giorni fosse prorogato.
La richiamata Ordinanza sospende il conferimento dei rifiuti per 30 giorni, ormai superati, e riporta, testualmente: “ …. e comunque per il tempo necessario alla risoluzione delle difformità riscontrate”; tale frase lascia aperta la possibilità che la discarica possa tornare a ricevere i rifiuti biostabilizzati in un tempo relativamente breve, ove vi sia la capacità e la volontà del Comune (OGA) di progettare la “messa in sicurezza permanente della falda”.
Resta il fatto che la contaminazione della falda persiste dall’agosto del 2000 e, pur avendo il Comune di Brindisi, a seguito di una barriera idraulica sperimentale effettuata nel 2006, richiesto alla Regione nel 2009, la realizzazione di una “barriera idraulica permanente” relativa alla messa in sicurezza della falda, nulla ad oggi si è fatto!!

 

Ora non ha più senso palleggiarsi la responsabilità fra il “Gestore” della discarica (Nubile Srl) e lo stesso comune (OGA), l’unica opportunità offerta è quella di progettare la “bonifica” della falda, realizzare l’impianto di trattamento e riaprire, quanto prima, la discarica.

 

Del resto l’Ordinanza riporta chiaramente quali sono i pozzi che presentano il superamento delle “concentrazioni soglia di contaminazione” e quali sono i parametri che superano tali concentrazioni; per questi ultimi si evidenzia chiaramente che sono tutti metalli quali: ferro, nichel, manganese e solo il pozzo PN1 presenta anche arsenico e cromo.
La mancanza di superamento delle concentrazioni delle componenti organiche facilita il trattamento e la bonifica delle acque emunte dalla “barriera” da immettere in un apposito impianto localizzato nell’ambito dell’area della discarica, là dove era previsto nella progettazione originaria e mai realizzato.
Inoltre, l’assenza dei componenti organici che superano i limiti di concentrazione ed in particolare della “Ammoniaca”, tipico indicatore (marker) del percolato, fa chiaramente intendere che si è in presenza di un percolato “maturo” che continua a fuoriuscire dai primi lotti della discarica.

 

Fa sicuramente rabbia il fatto che il Comune, pur essendo cosciente, fin dal 2009, della necessità di attivare la “messa in sicurezza permanente” della falda freatica sottostante, nulla ha fatto se non quello di indurre all’Ordinanza di chiusura e far ricadere tutte le maggiori spese che si hanno sulla testa dei Cittadini dell’intera Provincia di Brindisi.
Fa ancor più rabbia dover pensare di far pagare ai Cittadini maggiori oneri per la gestione del “ciclo dei rifiuti” nel momento in cui il comune di Brindisi e oggi l’OGA si è dotato, da alcuni anni, di tecnici ambientali che dovrebbero progettare la “messa in sicurezza permanente”.
Vi è quindi, a parere dello scrivente, un’evidente responsabilità da parte del Comune di Brindisi prima e dell’OGA oggi, nella programmazione delle opere di interesse pubblico che, nel qual caso, ricadono direttamente sulla “Tassa Rifiuti” (TARI) che, per norma deve coprire tutte le spese connesse alla produzione e gestione del “ciclo dei rifiuti urbani”.

 

Attendiamo con ansia i riscontri che l’OGA sta effettuando sulle maggiori spese che la chiusura della discarica di Autigno comporterà; di certo ad oggi ed a poco più di un mese dall’emissione dell’Ordinanza regionale, si sono conferite circa 8.000 tonnellate di RSU biostabilizzato nella discarica di Formica, con una maggiore spesa di circa 200.000,00 euro.
E’ facile, a questo punto, chiedersi e preoccuparsi di quanto maggiore sarà l’onere che i Cittadini subiranno ed è altrettanto facile chiedersi per quale motivo devono essere sempre i Cittadini a pagare e non i diretti responsabili, ove vi siano?

 

 

PROF. DOTT. FRANCESCO MAGNO

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