Il matrimonio di cui intendo parlare non è quello greco, oggetto di una divertente commedia cinematografica del 2002 ambientata a Chicago e diretta da Joel Zwick.
È invece quello che ha interessato la cronaca di questi giorni. Un matrimonio autentico, anche se girato a Fasano alla maniera di un film bollywoodiano. I protagonisti perciò, anziché greci, sono indiani. E che indiani! Lei, Ritika, è la figlia terzogenita del magnate del ferro Pramod Agarwal. Lui, Rohan, non le è da meno essendo il rampollo della famiglia Metha che opera alla grande nel settore del tessile e della moda.
L’inconsueta ambientazione per un matrimonio da mille e una notte (anche se in questo caso le notti sono state “solo” quattro) è dovuta all’innamoramento della famiglia Agarwal per il nostro territorio avvenuto quattro anni fa dopo il soggiorno in una delle strutture di lusso della famiglia Melpignano. Un colpo di fulmine nel colpo di fulmine. Tanto che, dopo il matrimonio, si dovrebbe concretizzare anche l’acquisto di un terreno su cui il miliardario vuole edificare una villa per le sue vacanze.
Una prima osservazione riguarda il cambiamento climatico. Ebbene sì, i soldi (si parla di dieci, se non addirittura venti milioni di euro!) riescono a fare anche questo. Infatti, oltre a portare quaggiù gli elefanti (seppure noleggiati dal Circo Orfei), l’organizzazione ˗ al fine di mettere a proprio agio gl’invitati indiani ˗ vi ha trasferito i monsoni, cioè quei venti caldi, tipici dell’Oceano Indiano, ai quali si accompagnano cicloni tropicali molto violenti: i tifoni.
Questo spiega la fine prematura della nostra estate. In tal modo la veloce alternanza di pioggia e sole, tipica di quel clima, ha fatto sentire a casa propria gli oltre ottocento ospiti distribuiti tra i resort a cinque stelle di Borgo Egnazia, San Domenico e Masseria Pettolecchia, oltre al lido di Cala Masciola Beach.
La Regione Puglia, nel dichiarare lo stato di calamità naturale che ha colpito agricoltori, concessionari di lidi balneari e privati cittadini, dovrebbe perciò rivolgersi non al Governo italiano ma all’agenzia Balich Worldwide Shows (la stessa che ha organizzato la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Londra!) che ha curato i dettagli della cerimonia nei minimi particolari, raccogliendo ogni capriccio degli sposi e realizzandolo al meglio.
Un’altra osservazione riguarda l’eccessiva ostentazione del lusso in un momento e su un territorio che ˗ diciamolo ˗ non se la passa proprio bene. Anche se, tempo fa, uno spot che reclamizzava il lancio della Nuova Lancia Ypsilon 5 porte affermava che “il lusso è un diritto”.
In realtà è il tempo il lusso più grande che possiamo concederci. Il tempo è il valore inestimabile che non possiamo comprare. Contiene tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Allora sì che il lusso è un diritto: il lusso di avere il tempo per le persone che amiamo, per gli eventi che ci rendono esseri umani. Per tutto ciò per cui varrà la pena essere ricordati: tutti abbiamo diritto a questo lusso…
Senza contare che, come scriveva Boccaccio, «Le ricchezze dipingono l’uomo, e con i loro colori coprono e nascondono non solamente i difetti del corpo, ma ancora quelli dell’anima».
E il lusso ˗ checché ne dica Boccaccio ˗ è dilagato come un torrente in piena in questa festa faraonica. Ci sono stati i grandi chef stellati (anche italiani). Le band musicali quali la Blue Moon e la White Mink (indiane), la Pritan band, i Florence and the Machine (famosissimo il loro brano You’ve got the love) e i Gotan Project con il tango argentino. I dj indiani Sameer e Trance, oltre al greco naturalizzato svedese Steve Angello. E, ancora, ci sono stati Shakira, i cinque milioni di euro spesi per l’addobbo floreale, i fantasmagorici fuochi pirotecnici (da 300mila euro) che hanno illuminato una notte magica…
E che dire delle decine di statue viventi rivestite d’oro, delle donne-sirena, dei soldati romani, dei segnaposto raffiguranti il tradizionale “pomo” di Grottaglie ˗ simbolo di nuova vita, perfezione e bellezza ˗ per l’occasione anch’esso ricoperto d’oro? E, giusto per chiudere in tono, le bomboniere d’oro…
In tutto questo luccichio artificiale (e un po’ kitsch) non è mancata però qualcuna delle emozioni che regala anche un matrimonio… proletario. Mi riferisco alla sfilata degli sposi: lui in groppa all’elefante e lei su un cavallo bianco. Potrà anche essersi trattato di un ricercato effetto scenografico, ma in ogni caso l’immagine rimanda alle storie romantiche raccontate da Sherazade.
Nei giorni che hanno preceduto il matrimonio non sono mancate le esternazioni degli unici due rappresentanti istituzionali invitati all’evento. Nichi Vendola ha dichiarato che «per la Puglia è una occasione unica e imperdibile perché ci porta gratis cento milioni di euro di pubblicità in un Paese da un miliardo di abitanti». Va precisato che il Governatore non è andato al matrimonio perché «in un momento di grande crisi ˗ così ha detto ˗ non ritengo opportuno partecipare a un evento così sfarzoso». Attende invece la bomboniera, per lasciarla (dice lui…) alla Regione!
Invece il sindaco di Fasano, Lello Di Bari (sospeso dall’incarico per effetto della legge Severino), ha partecipato al matrimonio in veste privata, manifestando svisceratamente tutta la contentezza per la scelta della “location”. «Un orgoglio per la nostra gente» ha sintetizzato.
Più che di orgoglio parlerei di uno schiaffo alla povertà: quella della nostra popolazione e, ancor più, quella della stragrande maggioranza degli indiani!
Ma Di Bari doveva esprimersi in quel modo perché, contestualmente, ha chiesto al magnate la realizzazione di un palazzetto dello sport per la squadra di pallamano (la Junior Fasano) che quest’anno ha vinto Campionato e Coppa Italia nella massima serie, disputando però le gare ufficiali in una palestra scolastica. E, in più, ha chiesto anche un aiutino per la locale squadra di calcio. Forse è per dare maggiore forza alle sue richieste che alla festa si è presentato con un turbante indiano!
Il bello è che a lui si sono rivolti da più parti d’Italia anche piccoli e grandi imprenditori perché interceda presso il signor Agarwal per la soluzione di situazioni drammatiche. C’è chi vorrebbe 15 milioni di euro per completare a Milano un grattacielo per l’Expo 2015… C’è il collezionista che vorrebbe vendere al magnate una Fiat 500 del 1966… Senza contare le proposte di acquisto di aziende in crisi del Fasanese, Ostunese e Monopolitano.
Una lezione di maturità (altro che i No TAV!) è invece scaturita dalla decisione di non fare sit-in di protesta a favore dei marò Salvatore Latorre e Massimiliano Girone trattenuti in India da oltre due anni. Giustamente non si è voluto speculare politicamente sulla delicata questione. Questo non significa disinteresse per la sorte dei nostri due corregionali. Al contrario, vuole essere il forte messaggio perché la politica faccia la sua parte nelle sedi più idonee per riportare in patria i due marò.
Anche se il timore di possibili incidenti ha spinto il Governo a inviare sul posto oltre cento uomini tra polizia, carabinieri e forestale. E questo mentre a Bari (e non solo) prolifica la criminalità e non ci sono sufficienti poliziotti per contrastarla.
C’è da augurarsi che, tralasciando il buono e il cattivo che l’evento ha portato con sé, quello tra Rohan e Ritika, sia stato almeno un matrimonio d’amore dal momento che in India ˗ ancora ai giorni nostri ˗ le unioni, per motivi d’interesse, sono combinate dalle famiglie e l’amore è osteggiato dai religiosi ortodossi perché può sfidare pericolosamente le barriere di casta, di credo e di età.
Quanto al lusso forse un po’ troppo provocatorio è il caso di passarci su perché, alla fine, di una favola si è trattato. E le favole, si sa, rendono la vita più leggera. Anche ai poveri.
Guido Giampietro
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