La proposta del Presidente della Regione Puglia di spostare a Brindisi l’approdo del gasdotto TAP è priva di qualsiasi fondamento. Dovrebbe essere a tutti chiaro che un procedimento che ha portato alla legittima e motivata emissione del decreto del Ministro dell’Ambiente 72/2015 di rilascio del giudizio di compatibilità ambientale positivo rispetto all’approdo a San Foca-Melendugno ed all’autorizzazione dell’avvio dei lavori, non può essere riaperto con una estemporanea iniziativa non sorretta peraltro da alcuna forma di appropriata e approfondita partecipazione popolare.
La Regione Puglia avrebbe potuto discutere la strategicità dell’opera all’atto della definizione dell’accordo internazionale e non lo ha fatto. Avrebbe potuto intervenire sulla fattibilità e l’analisi tecnica che ha portato alla scelta del sito di San Foca-Melendugno e non l’ha fatto, la V.I.A. è per legge “sitospecifica” e si è conclusa con l’emissione del decreto citato.
Il Presidente Emiliano avrebbe potuto – e neppure questo ha fatto – chiedere informalmente alla società TAP e alla società Poseidone (titolare quest’ultima di un secondo decreto ministeriale di approvazione di un ulteriore gasdotto da far approdare nei pressi di Otranto), la disponibilità di unificare i due progetti scegliendo uno dei siti approvati.
Il Presidente della Regione caldeggia fuori tempo massimo l’approdo a Brindisi fra Torre Cavallo e Micorosa, sostenendo che l’opera potrebbe essere avviata entro il termine previsto del maggio 2016. Rileviamo che, qualora questa assurda ipotesi fosse accolta, si dovrebbe riaprire un nuovo procedimento con esame di un nuovo gasdotto sottomarino, con un nuovo studio di fattibilità e, soprattutto, con una nuova valutazione d’impatto ambientale. E tutto questo dovrebbe avvenire in cinque mesi con il consenso del Governo che si è dimostrato sempre contrario a mettere in discussione quanto finora avvenuto col favore della TAP e del Comune l’uno e l’altro notoriamente contrari ed il silenzio della comunità brindisina che ha in mille modi manifestato la sua opposizione al citato progetto.
Il Presidente Emiliano parla di riconversione a gas della Centrale Brindisi Sud, senza tener conto che si tratterebbe di una nuova centrale a ciclo combinato (più produttivo sarebbe iniziare finalmente una strategia di uscita dal termoelettrico, considerando come ben 23.000 Mw di impianti a ciclo combinato sono in profonda crisi). Il Presidente della Regione prospetta anche improbabili riconversioni di Versalis ed ILVA, sostiene che non vi sarebbe bisogno di realizzare un nuovo gasdotto di collegamento con la rete gas (dimenticando che è in corso la VIA sul gasdotto da S. Foca-Melendugno) e dice che si potrebbe utilizzare la bretella che giunge nella zona industriale brindisina, non tenendo presente che essa è pienamente attiva perché alimenta la centrale a ciclo combinato di Enipower. Sfugge un piccolo dettaglio : i fondali marini e l’area d’approdo brindisina dovrebbero essere bonificati!
Il nuovo progetto della Regione Puglia è insomma vistosamente irrealizzabile e va rapidamente accantonato.
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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