July 16, 2025

Adriana, una trans brasiliana che dal 21 Febbraio è detenuta presso il CIE di Brindisi, ha iniziato 8 giorni fa lo sciopero della fame.
Chiede di essere trasferita in un reparto femminile.

La notizia è stata diffusa dal MIT (Movimento Identità Transessuale) che, in una nota, sottolinea che “non sfugge, come una donna trans trattenuta fra centinaia di uomini sia in costante pericolo”.

Si legge nella pagina facebook dell’associazione: “Adriana è riuscita a contattare il MIT e ci chiede di aiutarla nella sua legittima richiesta di essere trasferita in un reparto femminile, al riparo da discriminazioni e violenze.

Il MIT è impegnato da anni nella battaglia che permetta alle persone trans, trattenute nelle carceri, nei CIE o nei centri di prima accoglienza, di essere rispettate nella loro identità di genere.

Per questo motivo chiediamo che Adriana venga immediatamente trasferita in un reparto femminile, annunciando che se ciò non avverrà ci mobiliteremo come trans e attivisti per la sua incolumità”.

Adriana è in Italia da 17 anni ma tre anni fa ha perso il lavoro e, quindi, non ha più diritto al permesso di soggiorno. Il problema è sorto quando è stata condotta presso il centro di Restinco, dove non esiste un reparto per donne.

 

Nei prossimi giorni, sarà presentata una interrogazione per spingere il Governo a risolvere il problema.

 

Sulla questione è intervenuta Elisa Mariano, parlamentare del Partito Democratico.
“Ho appreso con grande inquietudine la notizia della giovane transessuale, Adriana, rinchiusa nel Cie di Brindisi-Restinco dal 21 febbraio, nel reparto maschile a contatto diretto e costante con centinaia di altri uomini, correndo il rischio di essere sottoposta a episodi di violenza”.
“Al fine di garantire ad Adriana il rispetto dei suoi diritti – scrive la Mariano – mi attiverò presso il Ministero dell’Interno e l’on. Federico Gelli, Presidente della “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione”, affinché la sua situazione venga presa in carico e gestita in modo da garantire le tutele previste dall’ordinamento italiano nel rispetto dei diritti umani”.

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