Non accenna a diminuire lo sciame sismico che sta interessando la zona nord della Grecia e che è avvertito distintamente in tutto il Salento.
Dopo la fortissima scossa di magnitudo 5.2 della notte tra il 16 ed il 17 Ottobre scorso, la rete sismica dell’Istituto di Geodinamica di Atene ha contato centinaia di eventi sismici, alcuni dei quali di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0. L’ultima di media intensità si è registrata ieri sera intorno alle 21.00.
Ieri sera stessa, però, nelle fasce costiere delle province di Brindisi e Lecce è stata registrata una scossa di medio/forte intensità che dovrebbe avere poco a che fare con lo sciame sismico che sta interessando la penisola ellenica.
L’epicentro sarebbe in mare a pochissime miglia dalla costa leccese, tra San Cataldo e San Foca.
La terra avrebbe tremato alle 22.37 con intensità pari a 3,8 gradi della scala Richeter.
A renderlo noto non è stranamente l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (clicca qui per il sito internet con la lista degli ultimi terremoti) ma il più lontano Istituto di Geodinamica di Atene.
Questi i dati del movimento tellurico come si apprende dal sito internet dell’ente greco (http://www.gein.noa.gr/en/)
Or. Time: 23/10/2016 20:37:35 (GMT)
Magnitude: 3.8 ML
Latitude: 40.3425°N
Longitude: 18.4780°E
Focal Depth: 10 km
Non è la prima volta, in queste ultime settimane, che la terra trema nel mare prospicente le regioni meridionali. Pochi giorni fa i sismografi hanno registrato un terremoto in Basilicata.
Qualcuno pensa che questi terremoti potrebbero essere originati dalle attività di prospezione ed estrazione di petrolio e gas attraverso il processo conosciuto come fratturazione idraulica, o fracking, che comporta il pompaggio ad alta pressione di grandi quantità di acqua nel sottosuolo per frantumare la roccia.
Ad accreditare la tesi è la circostanza che il movimento tellurico di ieri sarebbe stato registrato in prossimità della zona destinata all’approdo del gasdotto Tap.
Secondo altre fonti, però, la scossa rilevata dai sismografi greci potrebbe essere collegatoa al fortissimo terremoto verificatosi 12 minuti prima al confine tra Russia e Giappone.
In questi casi è naturale che i sismometri collegati agli istituti di geologia registrino le cosiddette “onde P” di terremoti di grande intensità, proprio come quello di magnitudo 6,2 verificatosi ieri sera nel Pacifico.
No Comments