May 11, 2025

Ci sono anche due funzionari del Comune di Brindisi e 3 professionisti della Provincia tra i 32 indagati dalla Procura di Lecce nell’ambito dell’inchiesta sull’associazione Antiracket Puglia, già Antiracket Salento.
L’indagine ha condotto all’esecuzione di quattro arresti, primo fra i quali quello della presidente dell’Associazione antiracket Salento, Maria Antonietta Gualtieri. In carcere sono finiti anche Giuseppe Naccarelli, ex dirigente del Comune di Lecce, Pasquale Gorgoni, funzionario dell’ufficio Patrimonio del capoluogo salentino. Ai domiciliari è stata ristretta Serena Politi, collaboratrice di Gualtieri.
Tra i “pesci grossi” coinvolti nell’inchiesta anche il fittiano Attilio Monosi, assessore al bilancio del Comune di Lecce e “punta di diamante” di Direzione Italia alle prossime comunali.

 

I reati contestati, a vario titolo, sono truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concussione, corruzione e falso.

 

La principale accusa mossa all’associazione antiracket è la truffa finalizzata ad ottenere un finanziamento da due milioni di euro destinato alle vittime del racket e dell’usura, assegnato dall’Ufficio del Commissario straordinario antiracket istituito presso il ministero dell’Interno e indebitamente percepito dal 2012.

 

Gli inquirenti avrebbero accertato l’esistenza di un “sodalizio criminale capeggiato dal presidente dell’associazione” e partecipato “da altre persone all’interno dell’Antiracket e da “amministratori pubblici amministratori e imprenditori privati”. Lo scopo dell’Associazione non sarebbe stato quello di aiutare le vittime del racket ma piuttosto quello di incassare i finanziamenti pubblici.

 

E così via alle false rendicontazioni di spese gonfiate o mai sostenute. In particolare sono state contabilizzate spese fittizie per il personale, trasferte mai eseguite, fatture per operazioni inesistenti sull’acquisizione di beni e servizi tra i quali la realizzazione di lavori presso gli sportelli antiracket.

 

Proprio in questo filone si inseriscono le accuse nei confronti di due funzionari del Comune di Brindisi, impegnati nel settore dei lavori pubblici. La Procura di Lecce vuole vederci chiaro sulla regolarità delle attestazioni relative ai lavori eseguiti presso la sede dello sportello Antiracket di Via Carmine 11.
L’ipotesi degli inquirenti – suffragata da alcuni dati di fatto – è che i funzionari del Comune di Brindisi, nonostante i lavori fossero ancora in corso, avrebbero “attestato falsamente l’ultimazione dei lavori il 28 settembre 2015”, in modo da rendere “ammissibili le spese rendicontante, essendo il termine ultimo possibile il 30 settembre 2015”. In questo modo, inoltre, non sarebbero state elevate le sanzioni all’azienda incaricata dei lavori che avrebbe sforato il termine di 180 giorni dall’inizio dei lavori.

 

Due avvocati brindisini ed un uomo di Cellino San Marco sarebbero invece coinvolti nel giro di consulenze che materializzano il reato di truffa.

No Comments