May 4, 2025

Domenica sera la splendida cornice di una delle sale del Petruzzelli di Bari, redivivo e tornato centro di cultura e musica di alto livello dopo il restauro seguito al tristemente noto incendio del ’91, ha visto protagonista un duo padre-figlio su fisarmonica. I due musicisti di Latiano, non nuovi a suonare insieme, sono la concreta dimostrazione delle grandezza “trasversale” della Musica, della sua forza e della sua capacità di creare ponti tra generazioni. Un padre e un figlio che, producendo note sullo stesso strumento, sono in grado di trasmettere forti emozioni a chi li ascolta ed allo stesso tempo di realizzare un alto esempio di cittadinanza attiva.

 

Non è un caso che, nel maggio scorso, in occasione dell’inaugurazione della Settimana della Musica, il De Nitto Senior abbia coordinato per la scuola di suo figlio Giuseppe (il Liceo Musicale Durano di Brindisi) un quartetto di fisarmoniche che ha prodotto una splendida performance al Teatro Verdi.

 

Certo, lavorare “in famiglia” è tutt’altro che facile, come entrambi i musicisti non mancano di rimarcare. Si convive con ostacoli, modi di pensare e sentire differenti, tempi dissimili, inevitabili, piccole rivalità o rivalse. Ma, a vederli suonare, non si direbbe proprio. Il repertorio ha spaziato dal compositore ceco Trojan (una tarantella degli anni ’60 molto brillante e coinvolgente), ad una byeruska del russo Surkov (che richiama un antico tema tradizionale a variazioni molto trascinante), allo spagnolo Anantango di Hermosa (un brano molto sentimentale, ma a tratti rabbioso e virtuosistico, che ricorda un amore finito), a più “classici” Libertango del compositore argentino Astor Piazzolla e Tango pour Claude di Galliano, alla Movida di Battiston (ritrascritto da quartetto a duo dal giovane De Nitto).

 

Forse proprio questo brano incarna al meglio lo spirito della serata e della collaborazione padre-figlio: il brano espone vari temi che si rincorrono sempre sulla stessa base armonica, come se si trattasse di un dialogo fitto e continuo, non privo di contrasti.

 

Un continuo “botta e risposta”, come è, inevitabilmente, un dialogo tra persone di generazioni diverse che però, amando la stessa Musa ed essendo intrise delle stessa essenza, non possono alla fine non capirsi. E regalare a chi li ascolta una bellissima emozione. Quella che ha senz’altro vissuto il pubblico di domenica e che ci auguriamo di poter rivivere quanto prima tutti noi. Ad maiora!

 

 

Debora de Fazio

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