May 1, 2025

L’età del barocco è al centro del convegno organizzato dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia e patrocinato dal Comune di Brindisi.

 

Nella prima sessione, il prossimo 14 marzo, si avranno  interventi di:

–  Mimma Pasculli Ferrara  (Università degli Studi di Bari) Altari in marmo di età barocca in Terra di Brindisi; 

– Giovanni Boraccesi  (Società di Storia Patria per la Puglia) Argenti napoletani di età barocca nella cattedrale di Brindisi; 

– Marianna Saccente (Centro Ricerche Storia Religiosa in Puglia) Il soffitto della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Brindisi. Un esempio di quadraturismo in Puglia;

– Stefano Tanisi (Ricercatore specializzato in arti visive)  Oronzo Letizia per la chiesa di Santa Teresa degli Scalzi in Brindisi;

– Fabio Antonio Grasso (Collaboratore dell’Ufficio Beni Culturali dell’arcidiocesi di Lecce) Sculture in Terra di Brindisi e in Terra di Lecce fra secondo e ultimo quarto del secolo XVII: exempla.

Coordina i lavori Antonio Mario Caputo (Società di Storia Patria per la Puglia).

 

Emanuele Tesauro nel suo celebre e celebrato Cannocchiale aristotelico  rileva: “Ed eccoci alla fin pervenuti grado per grado1 al più alto colmo delle figure ingegnose, a paragon delle quali tutte le altre figure fin qui recitate perdono il pregio, essendo la metafora il più ingegno so e acuto, il più pellegrino e mirabile, il più gioviale e giovevole, il più facondo e fecondo parto de l’umano intelletto. Ingegnosissimo veramente, però che, se l’ingegno consiste (come dicemmo) nel ligare insieme le remote e separate nozioni degli propositi obietti, questo apunto è l’officio della metafora, e non di alcun’altra figura: perciò che, traendo la mente, non men che la parola, da un genere all’altro, esprime un concetto per mezzo di un altro molto diverso, trovando in cose dissimiglianti la simiglianza.

Onde conchiude il nostro autore che il fabricar metafore sia fatica di un perspicace e agilissimo ingegno”. Una linea sottile sembra legare le problematiche poste da Tesauro  e alcune sue attuali riattivazioni letterarie, testimoni della sorprendente attualità dell’antropologia barocca. Carlo Emilio Gadda si pronunciò con determinazione contro il mito di “un io centrale e coordinatore”, che si smarrisce nel suo “dileguare verso i fuochi misteriosi del sogno”.

Nei tormenti e nei sogni dell’anima barocca vi è come una sospensione dell’ “inesorabile imperio del tempo”. Sembra quasi “che la fantasia pura operi ciò che è altrimenti impossibile alla ragione: separi lo spazio dal tempo”, smantellando così la funzione unificatrice di un “io centrale e coordinatore”.  L’anima barocca  annulla il tempo proprio nella misura in cui si riconosce come figura del molteplice: figure, immagini e sedimentazioni della memoria popolano il presente psichico, fuori da qualsiasi disposizione gerarchica connessa alla loro successione temporale. Il teatro dell’anima non è che lo specchio del teatro del mondo. Teatro, locanda, piazza, labirinto, labirinto incantato, casa di pazzi, osteria; questi tòpoi della cultura barocca rappresentano i modi di apparizione del mondo: scenario del disordine, dell’apparire e non dell’essere, della finzione e non della verità.

 

 

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