A Brindisi nasce un nuovo spazio di confronto pubblico, un luogo di pensiero collettivo nel quale istituzioni, scuole, università, professionisti e cittadine e cittadini possono dialogare mettendo al centro ciò che troppo spesso resta ai margini: la fragilità, la diversità, la disuguaglianza. Si chiama “Il Venerdì dell’Inclusione” ed è un ciclo di incontri pensato per chi crede che una società migliore sia una possibilità da costruire insieme, giorno dopo giorno, parola dopo parola. Il primo appuntamento è in programma venerdì 23 maggio, dalle 17 alle 19.30, nella Sala Convegni di Palazzo Nervegna a Brindisi. L’ingresso è libero e sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Il progetto è promosso dal Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università del Salento (DISUS), in collaborazione con la Garante per la tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità del Comune di Brindisi. La direzione scientifica è affidata a Mariano Longo, direttore del DISUS, a Rosa Parisi, docente di antropologia del DISUS, e a Giuseppina Scarano, Garante comunale. L’organizzazione è curata da Bekala Marwan Salvatore, dottorando in Human and Social Sciences.
La rassegna si apre con un incontro dal titolo emblematico, “Il margine al centro”, inteso a essere molto più di una dichiarazione d’intenti: è l’invito ad ascoltare voci che raramente trovano spazio nei dibattiti pubblici, a ribaltare le gerarchie dell’attenzione, a riscrivere la grammatica della convivenza civile. A portare i saluti istituzionali saranno il sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, il presidente della Provincia, on. Toni Matarelli, e il direttore generale dell’ASL di Brindisi, Maurizio De Nuccio. Seguiranno gli interventi delle dirigenti scolastiche, Irene Esposito (IPSS Morvillo Falcone Melissa Bassi), Rita Ortenzia De Vito (IISS Ferraris De Marco Valzani), e Stefania Metrangolo (Liceo Scientifico Fermi Monticelli), che condivideranno esperienze, criticità e prospettive dal mondo della scuola nel quale l’inclusione non è uno slogan ma una pratica quotidiana. Gli obiettivi del progetto saranno illustrati da Mariano Longo e Giuseppina Scarano, insieme a Roberta Cavino, presidente del Club Inner Wheel “Brindisi Porta d’Oriente”, che ha scelto di sostenere l’iniziativa attraverso un service dedicato. Nel corso dell’incontro si entrerà nel merito con due interventi di taglio scientifico ma di grande impatto umano: il sociologo Fabio De Nardis e lo psicologo Omar Gelo, entrambi docenti dell’Università del Salento, offriranno una lettura ampia e sfaccettata del concetto di marginalità intrecciando approcci teorici ed esperienze sul campo. A Roberto Romeo, responsabile della comunicazione istituzionale della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, sarà affidato l’intervento conclusivo con uno sguardo sull’importanza della narrazione pubblica come strumento di cambiamento culturale.
Il secondo incontro, in programma giovedì 6 giugno, sarà dedicato a un tema cruciale quanto concreto: “Non senza di me. Percorsi di autonomia delle persone con disabilità”. Esperti del settore, operatori e rappresentanti dei servizi sociali e sanitari rifletteranno su come sostenere concretamente l’autonomia e la piena partecipazione delle persone con disabilità, al di là delle dichiarazioni di principio.
La rassegna riprenderà poi a ottobre per concludersi a marzo con un secondo ciclo di appuntamenti che affronteranno tematiche centrali per una società realmente inclusiva: educazione nella natura, migrazione e cittadinanza, carcere e reinserimento, genitorialità e nuove famiglie, violenza e discriminazione di genere. Temi spesso affrontati separatamente, ma che qui troveranno uno spazio comune di approfondimento, in un’ottica interdisciplinare, partecipata e trasformativa.
Il “Venerdì dell’Inclusione” si propone così come un vero e proprio laboratorio pubblico, un luogo nel quale saperi accademici, pratiche professionali ed esperienze di vita si incontrano per generare consapevolezza e cambiamento. Perché includere non significa semplicemente “non escludere” ma riconoscere il valore di ogni voce, ridisegnare gli spazi della convivenza e costruire, insieme, una cultura della cura e della giustizia sociale.
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