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Richiesta incontro a Regione Puglia su Piano di committenza VERSALIS
Garanzie occupazionali dopo la fermata impianti
La Filctem CGIL, ha chiesto un incontro per conoscere Piano di committenza e cronoprogramma delle azioni di “conservazione” degli impianti e i volumi di attività per i lavoratori diretti e delle aziende dell’appalto, per avere le giuste garanzie con la conferma del lavoro e dei livelli occupazionali, presenti alla data antecedente la decisione di fermare gli impianti.
Nel petrolchimico, Versalis ha attuato la fermata degli impianti e delle produzioni, del Cracking (etilene), del P30 (butadiene) oggi resta in marcia l’impianto PE 1/2 (politene) per il quale è prevista una dismissione nel primo trimestre del 2026.
Per noi era chiaro, che con la fermata degli impianti e la messa in conservazione del cracking, iniziata lo scorso 1° aprile 2025, le normali attività si sarebbero ridotte fino ad annullarsi, abbiamo motivo di temere che la situazione si aggraverà decisamente con la fermata del PE 1/2.
In tale scenario Versalis avrebbe deciso qualche mese fa, alla scadenza dei 3 anni degli appalti delle ditte appaltatrici che curano “Ponteggi e coibentazioni” di estendere per un arco temporale di ulteriori 2 anni l’appalto, viene esteso l’appalto ma non è chiaro con quali volumi di attività e importi.
Questa condizione, sta avendo forti ripercussioni tra i lavoratori, parte dei quali in somministrazione, con questo scenario di incertezza le imprese non procedono a rinnovare i contratti e/o stabilizzare i lavoratori che finito il periodo in somministrazione dovevano essere assunti e stabilizzati, alle volte si preclude l’acceso agli ammortizzatori sociali e/o essere inseriti in progetti di riqualificazione e successiva futura possibilità di occupabilità.
In questo scenario, si sviluppano incertezza e preoccupazione, anche, per i lavoratori diretti Versalis, visto che ad oggi non si registrano sostanziali passi avanti sul progetto per la costruzione dei nuovi impianti per la produzione di batterie stazionarie e sull’impianto di riciclo e recupero di batterie esauste, previsti da ENI.
La Filctem e la CGIL, non hanno sottoscritto il Protocollo Ministeriale del 10 marzo 2025, decisione assunta per contrastare e non sostenere la scelta di dismettere in Italia la filiera della chimica di base e per la mancanza, di garanzie dell’intera filiera e dell’appalto.
Non ostacoliamo, anzi, condividiamo l’impegno di ENI in nuovi settori e filiere produttive della transizione come quello dell’accumulo elettrico, ma vanno altresì ricercate nuove opportunità per il rilancio di un settore strategico, come quello della chimica di base, e per le opportunità occupazionali dei lavoratori diretti, della filiera e dell’indotto, per questo come FILCTEM CGIL rilanciamo la proposta per il Polo Chimico di Brindisi, affinché sia riconosciuto come “sito chimico critico europeo” per la sua rilevanza strategica e l’alta esposizione al rischio di dismissione.
La Commissione europea nel recente documento “Clean Industrial Deal” riconosce il ruolo strategico del settore chimico definendolo come ‘industria delle industrie’ e delle molecole critiche. Si riserva di proporre, entro l‘anno, iniziative mirate per migliorare la competitività e la modernizzazione del settore, nonché per supportare la produzione e l’innovazione in Europa.
Per questo chiediamo un ulteriore impegno a Regione Puglia per intercedere sul Governo e sostenere in maniera congiunta la proposta di Brindisi “sito chimico critico europeo”
Antonio Frattini Segretario Regionale FILCTEM CGIL Puglia
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