December 2, 2025

L’Indagine sulla Qualità della Vita 2025 curata dal quotidiano Il Sole 24 Ore ha fatto riemergere dati preoccupanti per il nostro territorio. Nonostante i significativi progressi nella «Classifica generale», Brindisi rimane ancora fra le realtà meno attrattive d’Italia. Ad allarmarci è la progressiva perdita di opportunità quotidiane per chi vive, lavora e vuole costruire qui a Brindisi, difficoltà che centinaia brindisini, al di là di ogni ricerca e sondaggio, vivono con mano.
Minore qualità della vita significa, dolorosamente, che molti giovani brindisini, spesso i più preparati, guardano ad altri territori dove trovano servizi migliori, scuole più efficaci, opportunità di crescita, reti sociali capaci di offrire speranze concrete. Significa famiglie che faticano a garantire ai figli un’istruzione all’altezza o ad immaginare qui il proprio futuro. Significa che intere generazioni coltivano il sogno di andare via. E se i migliori fuggono da Brindisi, chi resterà? E con quali prospettive?
Se i principali parametri della Qualità di Vita diminuiscono significa che per decenni vi è stata assenza di programmazione a lungo termine. Da troppo tempo la UIL di Brindisi richiama la mancanza di una visione d’insieme per la crescita del territorio. Vertenze e crisi si affrontano ogni volta nell’emergenza, a rattoppi, senza mai cogliere le occasioni per sviluppare e condividere un progetto di sviluppo integrato, coerente e stabile per Brindisi e la sua provincia capace di traguardare obiettivi nei decenni a venire. Gli accordi o i finanziamenti, che pure con PNRR ed altre misure non mancano, non diventano mai progressi strutturali. Soldi pubblici utili a tamponare emergenze ma incapaci di generare sviluppo duraturo, meno che mai in un’epoca di Transizione epocale come quella che Brindisi vive.
Per questo la UIL insiste ancora una volta: occorrono Reti vere fra Enti locali, istituzioni scolastiche e universitarie, associazioni, imprese, società civile, giovani. Solo così si può pensare di progettare un futuro per Brindisi. Reti che diano senso agli investimenti, che leghino le politiche dell’istruzione con quelle del lavoro, della casa, del welfare, del trasporto e dell’ambiente.
Davanti a ricerche come questa la UIL di Brindisi non resta in silenzio: chiediamo a gran voce che politica e istituzioni si assumano le proprie responsabilità. Basta provvedimenti episodici. Si elabori – insieme – un piano strutturale per ridare dignità e speranza al nostro territorio. Solo così potremo invertire la rotta e restituire a Brindisi una qualità di vita degna delle sue potenzialità.
Occorre, più che mai, una risposta chiara e netta: un progetto di sistema, duraturo e condiviso. Serve un accordo vero: tra istituzioni, sindacato, cittadini. Serve fare Rete. La UIL è pronta a fare la sua parte per il futuro del territorio.

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