Etichetta: Kranky
Genere: post punk
Ossessività, ripetitività, ciclicità ed essenzialità. I Disappears giocano a fare gli Swans, scarnificando la musicalità per rivelarne la trama intrinseca, sfornando un album cupo ed apocalittico, la cui aggressività sta tutta nella sua stessa negazione, preferire alle sfuriate elettriche ed agli assalti frontali un panorama desolato in cui sono sempre gli stessi elementi a ripetersi: brandelli di voce, ritmiche scomposte, melodie fugaci di chitarra e basso minaccioso.
“Irreal” è il post-punk suonato dopo l’industrial, invertendo i termini cronologici della naturale evoluzione musicale. Il cantato è atono ed inespressivo, la musica potrebbe essere la perfetta colonna sonora di una mente androide giunta alla consapevolezza circa la propria natura contraffatta ed artificiale. La copertina è di per sé un manifesto programmatico: un triangolo rettangolo, un quadrato, un trapezio e sezioni di circonferenza su uno sfondo nero. Figure matematiche frutto della precisione geometrico-matematica, la pietra angolare dell’evoluzione scientifica che culmina in quella intelligenza artificiale che, in chiave distopica, è la negazione dell’umano sentire.
Canzoni come “Integration” o “I_O” sono cupe litanie di una musica che rifiuta ogni compromesso melodico, nel mondo dei Disappears il ritornello, così come concepito nel pop o nel rock, non ha modo di esistere. “Irreal” è il racconto postmoderno dell’alienazione del sentire, i colori predominanti sono il grigio ed il nero, superfici increspate su cui fluttuano i frammenti del dizionario musicale. “Halcyin Days” è forse il brano più rappresentativo: su un tappeto circolare di basso e batteria vanno e vengono accordi spettrali ed una voce distante, in sottofondo rumori sinistri ed un vento che sembra provenire dal nulla.
“Irreal” è un album dannatamente contemporaneo, forse uno dei pochi modi possibili di sintetizzare la portata reificante dei Joy Division con il decostruzionismo swansiano. Consigliato agli amanti della dark wave e dell’industrial.
James Lamarina
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