May 4, 2025

cosi-fan-tutteCOME LA COPPIA MOZART- DA PONTE RIVOLUZIONO’ LE IDEE BORGHESI E CODINE SUL TEMA DELLA FEDELTA’
Considerazioni a margine dell’opera “Così fan tutte”
Di Gabriele D’Amelj Melodia

 
E’ la fede delle femmine come l’Araba Fenice/

Che vi sia ciascun lo dice/

Dove sia nessun lo sa

canta il saggio Don Alfonso nel I atto del Così fan tutte (1790), (terza ed ultima opera della trilogia dell’amore assieme alle Nozze di Figaro,1786, e Don Giovanni,1787,) che ho recentemente avuto il godimento di apprezzare al Festival della Valle d’Itria.

 
Riporto brevemente, a beneficio di chi legge, il succo della trama.

Fiordaligi e Dorabella sono due sorelle napoletane fidanzate con due ufficiali, Ferrando e Guglielmo. Un giorno i due, mentre sono al caffè, vantano con enfasi la fedeltà delle loro promesse. Il loro vicino, Don Alfonso, “vecchio filosofo” e uomo di mondo, li schernisce perché dubita che ci siano femmine fedeli e arriva a scommettere cento zecchini per dimostrare che anche le loro amate possono tradire. Scommessa accolta. Don Alfonso spiega la prova che ha architettato: i due fingeranno di partire in guerra, dopo di che giungeranno in visita a casa delle ragazze due stranieri ( albanesi ), gli stessi ufficiali ben camuffati, che corteggeranno ognuno la ragazza dell’altro, per testare il loro comportamento.

La servetta Despina ( che ricorda molto la Mirandolina goldoniana) avrà il compito di convincere le due a ricevere la “strana coppia” di stranieri. Ammaestrerà inoltre le due padrone sullo spregiudicato significato da dare alla parola “amore” (“Amor cos’è: Piacer, comodo, gusto, gioia, divertimento”). Despina è il prototipo della donna libera, indipendente ed emancipata, che vuol restare single e non diventare una piagnucolosa schiava d’amore. E le due padroncine accettano i consigli, provando il piacere eccitante di farsi corteggiare, di sperimentare il brivido dell’illecito, assecondando così un desiderio sessuale “naturale”. Anche per Don Alfonso gli istinti erotici sono naturali e quindi leciti e il tradimento non è poi cosa turpe. Come esplicherà nel recitativo del finale dell’opera “ Tutte accusano le donne, ed io le scuso, se mille volte al dì cangiano amore … l’amante che si trova al fin deluso, non condanni l’altrui ma il proprio errore, giacché giovani, vecchie, e belle e brutte, ripetete con me, Così fan tutte!” I quattro alla fine si ricomporranno riformando le coppie ortodosse e convolando a giuste nozze ( non per ipocrisia dettata da convenienze sociali, ma solo perché è la naturale conclusione della fine di un sogno).

 
Detto così, il fatterello sembrerebbe banale e didascalico, con tanto di lieto fine alla “vissero felici e contenti”. Ma non è affatto così. Il duo Mozart-Da Ponte rappresenta una coppia di raffinati, colti esponenti dell’illuminismo internazionale.

Mozart non è solo il musicista superficiale e bambinesco descritto nel film “Amadeus”.

E’ un artista austriaco che gira il mondo, che spesso è ospite a Parigi nel salotto di Madame d’Epinay, è un intellettuale, un massone progressista. Lorenzo Da Ponte è un prete spretato veneto, poeta, letterato e professore.

Entrambi conoscono bene Lucrezio, Ovidio, Ariosto, Shakespeare, Goldoni, Molière, Rosseau, Diderot, Voltaire, Mirabeau …

 

Ogni nota ed ogni parola di “Così fan tutte” è orientata a proporci un’innovativa lezione di vita, a farci riflettere su una precisa tesi di fondo: Bisogna avere il coraggio di rompere i recinti ipocriti di alcune istituzioni e convenzioni sociali, tendendo a privilegiare comportamenti dettati dalla più autentica natura umana. Sono i medesimi principi enunciati nell’ ”Emile” di Rosseau!

 

L’opera affronta problematiche anticonformistiche e trasgressive. Un manifesto libertario che, rifacendosi al passato (agli insegnamenti dell’Ars amatoria di Ovidio e ai disinvolti tradimenti presenti nell’Orlando Furioso dell’Ariosto), anticipa Bertrand Russell, gli Hippy, il poliamore e l’”Amore liquido” tanto ben descritto negli anni duemila dal noto sociologo Zygmunt Bauman.

 
Insomma, quando si dice che Amadeus (ma a lui piaceva essere chiamato Amadè, alla francese) è un genio, non bisogna riduttivamente ritenerlo tale solo per l’ambito musicale. E’ una mente geniale a tutto campo, perché è portatore di istanze moderne, perché indaga nell’animo umano, nella psicologia delle relazioni sociali, negli affetti, nel sesso tradizionale e in quello “altro” (si pensi a Cherubino, personaggio en travesti ambiguo e borderline, o al forse equivoco rapporto tra Susanna e la Contessa, sempre nelle Nozze di Figaro).

 

Assieme all’ affiatato Da Ponte, Mozart costruisce capolavori che ancora oggi vanno indagati e studiati per scoprire e interpretare ogni sfumatura, ogni possibile riferimento sociale e culturale in senso lato (nel campo di stretta pertinenza musicale, interessanti gli approfondimenti proposti dal M° Muti che dimostra, tastiera alla mano, la grande influenza che ebbe la scuola napoletana nelle composizioni del salisburghese, Paisiello e Cimarosa in primis).

 
Per concludere, la musica di W.A. Mozart è una sterminato e ipnotico giardino delle delizie in cui è sempre esaltante avventurarsi per scoprire nuovi scenari e nascosti angoli paradisiaci.

 
Gabriele D’Amelj Melodia

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