April 30, 2025

Autorità civili, religiose e militari, partigiani e reduci, rappresentanti delle istituzioni scolastiche, delle associazioni combattentistiche e d’Arma, cittadini di Brindisi,

 

il 25 aprile non è una giornata come le altre. E’ festa nazionale perché rievoca la Resistenza, ricca di coraggio e di ideali, attraverso cui questo Paese ha saputo conquistarsi la libertà ed ha posto le fondamenta per una solida democrazia.

 

Proprio sulle sofferenze di quegli anni, sui gesti eroici di tanti nostri connazionali, sulla condivisione e sulla solidarietà che tante vite umane hanno contribuito a salvare che si basa la nostra Costituzione, elemento inviolabile se realmente vogliamo costruire un’Italia ancora più libera, solidale e democratica.

 

Ai nostri giorni, in ogni angolo del Paese, oggi si fa fatica a rispettare la pluralità di idee e di origini. Eppure basterebbe ispirarsi proprio ai valori fondanti della Resistenza, al sangue scorso per le strade della nostra Penisola per riscoprire un’Italia più bella, più vicina ai bisogni dei più deboli, più attenta al rispetto delle diversità.

 

Il 25 aprile, pertanto, deve rappresentare un momento generatore di senso e impegno morale e civile per tutti, nessuno escluso.

E non è solo il ricordo di ciò che è accaduto settant’anni fa. La Resistenza è attuale, la si rivive in tutto ciò che accade giorno dopo giorno.

Ne abbiamo un chiaro esempio anche nella nostra città.

 

Brindisi pagò il suo caro prezzo di vite umane durante la seconda guerra mondiale e continua a pagarlo, sia pure sotto forme differenti.

Mi riferisco ai nostri uomini delle forze armate, così come a coloro che sono impegnati nella Polizia di Stato, nell’Arma dei carabinieri e nella Guardia di Finanza. Ne è scorso tanto sangue anche in questi ultimi decenni nella lotta alla criminalità organizzata e ad ogni forma di illegalità. Un esempio su tutti è costituito dai finanzieri Sottile e De Falco, che da soli hanno resistito alla furia assassina di una banda di contrabbandieri. Il loro sacrificio, però, non fu vano perché Brindisi seppe ritrovare la forza di resistere, di reagire e quindi di vincere la battaglia contro i disonesti e gli assassini.

Ed oggi chiediamo di resistere anche ai nostri marò Girone e Latorre che aspettano in India una giustizia che tarda ad arrivare.

 

Ma è Resistenza – e concludo – anche quella che vivono tutti i giorni le tante migliaia di disoccupati della nostra città, costretti a combattere contro la fame e contro il disagio, senza farsi prendere dallo sconforto per uno Stato che non sempre riesce a far sentire compiutamente la sua presenza.

Quella di oggi, quindi, sia la prima pietra di un cammino di riscatto, ad ogni livello e senza alcuna distinzione di ruoli, sotto l’unica bandiera della Repubblica Italiana e con il pensiero rivolto proprio ai nostri eroi della Resistenza.

Viva l’Italia libera e democratica.

 

 

Mimmo Consales

 

 

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