Il Sindaco del Comune di Villa Castelli, il suo esecutivo ed i suoi stretti collaboratori, continuano ad ignorare che i pubblici uffici sono organizzati secondo le disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità delle amministrazioni pubbliche.
Queste importanti disposizioni contenute nell’art. 97 della Costituzione, presuppongono un’etica di responsabilità per l’organo politico da parte del Sindaco e dell’esecutivo, dove il concetto dell’etica dovrebbe assumere il valore della ricerca di ciò che è giusto fare e non fare.
Il Sindaco di Villa Castelli, invece, nonostante la longeva esperienza in campo amministrativo, dovrebbe sapere che l’art. 2103 del Codice Civile, l’art. 52 del D.Lgs. 165/2001, prevedono, a chiare lettere, che il dipendente pubblico deve essere adibito alle mansioni per cui è stato assunto o a quelle equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione. La Giunta comunale, invece, assistita dal segretario generale, quando ha adottato la deliberazione di revisione della struttura organizzativa degli uffici e dei servizi, ha disposto i trasferimenti interni dei responsabili dei servizi, senza tener conto delle categorie di appartenenza di questi ultimi, delle complessità di alcune strutture interessate, delle loro attitudini, delle loro capacità professionali, dei loro risultati conseguiti in precedenza nell’amministrazione, della relativa valutazione e delle specifiche competenze possedute.
A fronte di tante irregolarità il Sindaco e l’organo burocratico minimamente degnati di intessere alcun confronto con la RSU e le organizzazioni sindacali territoriali.
Sin dalla data del suo insediamento, l’Amministrazione comunale di Villa Castelli:
• Non ha mai convocato la delegazione trattante, abilitata alla contrattazione integrativa dei vari istituti contrattuali. Ci risulta che la stessa Amministrazione, senza avere alcuna capacità regolativa autonoma, ha liquidato, unitamente all’organo burocratico, quote di salario accessorio, contravvenendo alle disposizioni contenute nell’art.45 del D.Lgs. 165/2001 che testualmente recita: “ il trattamento economico fondamentale ed accessorio …, è definito dai contratti collettivi”. Il salario accessorio, infatti, non può essere liquidato se non prima che venga raggiunto l’accordo integrativo sulla distribuzione delle risorse economiche presenti nel fondo delle risorse decentrate tra la parte sindacale e la parte pubblica;
• Non ha ancora adottato la delibera di composizione della nuova delegazione trattante (organismo preposto alla contrattazione dei vari istituti contrattuali);
• Né ha provveduto alla composizione del fondo del salario accessorio relativo all’anno corrente.
Inoltre, l’Amministrazione comunale di Villa Castelli, si è guardata bene, dall’istituire, in ambito locale, “il comitato unico di garanzia per le pari opportunità, per la valorizzazione del benessere di chi lavora e e per la rimozione di qualsiasi forma di discriminazione, secondo le previsioni della Legge n. 183/2010 e della direttiva emanata dal Dipartimento delle pari opportunità, che sostituisce il comitato per le pari opportunità ed il comitato paritetico sul fenomeno del mobbing.”
Le altre inadempienze dell’Amministrazione, riguardano la sistematica violazione delle norme in materia di relazioni sindacali e la messa in discussione dell’art. 1 della Legge 300/1970, riguardante la libertà di opinione dei dipendenti, principio sancito anche dalla stessa Costituzione.
Paradossalmente, a fronte di siffatti discutibili comportamenti dell’esecutivo, il nuovo segretario comunale, il 14 di aprile u.s., evidentemente inconsapevole del difficile rapporto che si era venuto a determinare tra i lavoratori e l’amministrazione, ha diramato una direttiva con la quale ha inteso richiamare il personale di ruolo e utilizzato come LSU, ad osservare alcune disposizioni, estrapolate dal codice di comportamento dei dipendenti pubblici, adattate molto probabilmente alle “esigenze” dell’amministrazione.
A parere della scrivente, il personale comunale, nel suo insieme, non merita proprio detti richiami. Sino a prova contraria, detti dipendenti continuano pazientemente ed indistintamente a fare il loro dovere di ufficio, percependo da quasi un anno solo la retribuzione fondamentale, senza salario accessorio.
Per queste ragioni, la segreteria della Funzione Pubblica CGIL territoriale, senza ulteriori indugi, ha maturato la decisione di adire il Giudice del lavoro per la condotta antisindacale posta in essere dall’Amministrazione comunale di Villa Castelli, al fine di ristabilire la legalità, il benessere lavorativo e la tutela dei diritti economici e professionali dei dipendenti, seriamente compromessi dai comportamenti omissivi del Sindaco e del suo esecutivo.
Brindisi li, 23/05/2015
Il Segretario Generale
Antonio Macchia
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