Prover a immergervi nella solitudine dell’individuo che si muove da sempre in una gabbia qual è la coscienza civile, un evento che deve tornare ordinario.
Che si muove comunemente, senza dare nell’occhio con la ricerca di un interesse almeno per realizzarsi, senza che si utilizzino strumenti di carne e fiato, dipendendo prima o poi dal buono che gli resta una volta venuta meno l’assicurazione sulla condotta morale, sulle bellezze di un posto da tutelare tra le esigenze umane, rabbiose, che non riescono più a suggestionare perché… già, perché?
Perché la poesia annoia se la parola viene scritta per doverla leggere in base a una funzione romantica straconsumata, non badando mai e con impegno al tempo che passa, all’ascolto delle nuove generazioni nel mancato rispetto ahinoi delle vecchie (e/o viceversa).
Intanto la città, Francavilla Fontana ma non solo, si fa pensiero sfuggente, irraggiungibile, di tutti come di nessuno, eccetto per i turisti che per non sanno più cosa vogliono; e chi l’amministra storicamente, paradossalmente, magari affascina sapendo nient’altro che il (mis)fatto suo, dotato ipocritamente di un linguaggio tecnico, su cui ironizzer pure descrivendo la condizione perennemente attuale del “belpaese” (di Francavilla in questo caso) ma immaginando passo dopo passo la serenità per imparare con gli altri a essere migliori e a sognare di vivere, emozionare.
Un itinerario qualunque, che verrà preso in considerazione (partendo alle 18:30 dal piazzale della chiesa di San Lorenzo in v.le G. Abbadessa) forse non più soggettivamente, in virtù di otto punti di approdo, alcuni di questi impopolari ma importanti per la formazione e l’educazione di colui che lo ha tracciato, che non intende auto-emarginarsi: quartiere San Lorenzo, via Gorizia, corso cap. Di Castri, Villa Comunale, piazzale del Convento dei Padri Francescani, via Roma, Centro Storico e via Barbaro Forleo.
A seguire, presumibilmente poco dopo le ore 20, al Bar degl’Imperiali, si terrà una degustazione di prodotti tipici locali, accompagnata da altre letture del curatore dell’iniziativa nel complesso, tratte dalle sue opere edite, “C’è da giurare che siamo veri…” e “In un bene impacchettato male”.
Vincenzo Cal
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