Mi inserisco nel dibattito ambientale che, in questi ultimi giorni, si focalizza sul presunto inquinamento della falda acquifera provocato dalla discarica di Autigno, causato secondo qualcuno da una non corretta impermeabilizzazione del fondo del sito già in origine, mi permetto di far notare come, a fronte dell’assenza di una rete di monitoraggio in continuo, esista un’altra opzione che, a fronte di una spesa tutto sommato contenuta, permetterebbe di ottenere dati e informazioni relativi allo stato dei fatti.
Sull’area di 30 km quadrati che, infatti, circonda le contrade di Autigno, Formica e Mascava sono infatti installati altri 29 pozzi, realizzati su mandato della Provincia di Brindisi nell’ormai lontano 2003. Questi piezometri, mi risulta, sarebbero da tempo finiti nel dimenticatoio.
Eppure, una studio completo dell’inquinamento della falda dovrebbe partire proprio da una rilevazione completa dell’intera area, che sarebbe garantito dal posizionamento strategico di tali pozzi inutilizzati.
Lo studio, che permetterebbe anche di monitorare il flusso direzionale del percolato, garantirebbe risposte certe alle istituzioni, agli enti territoriali e,quindi, ai cittadini e residenti, da anni lasciati senza risposte.
Continuo anche a ritenere che, nel medio termine, resti fondamentale l’implementazione della già citata rete di monitoraggio in continuo della falda acquifera sotterranea in prossimità della discarica di Autigno e delle contrada di Formica e Mascava per acquisire informazioni quotidiane sulla qualità e sulla quantità della falda acquifera. Si tratta di studi necessari, da approntare per garantire di volta in volta interventi mirati.
Il resto, sono chiacchiere che, magari, affrontano il problema del conferimento dei rifiuti. Non certo quello della salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini del territorio.
Giuseppe Cavallo
Capogruppo Ncd Consiglio Provinciale Brindisi
No Comments