Nato dalla collaborazione ormai consolidata tra Caritas diocesana, Ufficio diocesano Migrantes e Associazione Migrantes, prende il via il progetto “La porta di casa”, in parte finanziato con i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica. Il progetto si prefigge di: 1) aprire una casa destinata alla co-abitazione di persone migranti per dare una risposta al crescente bisogno abitativo; 2) sensibilizzare la società civile e la comunità ecclesiale attraverso la testimonianza di esperienze efficaci, replicabili e sostenibili, di accoglienza diffusa; 3) favorire lo sviluppo di una cittadinanza attiva che responsabilizzi ciascuno a dare il proprio contributo alla costruzione di società realmente inclusive e multiculturali in cui incontro, conoscenza e vicinanza diventino strumenti per vincere il pregiudizio e l’intolleranza.
L’idea progettuale si ispira liberamente all’esperienza della Casa degli Aquiloni, avviata nel 2017 dall’associazione Migrantes, di cui vuole essere continuazione e sviluppo che tenga conto dell’attuale contesto sociale, economico e culturale.
La prima fase di attuazione del progetto riguarderà il recupero dell’abitazione sita a Brindisi al numero civico 9 della via Giovanni XXIII, un edificio oggi appartenente alla curia arcivescovile e in precedenza di proprietà di don Augusto Pizzigallo, noto per aver accolto papa Roncalli di ritorno dal viaggio in Grecia e Turchia nel 1936, quando era ancora nunzio apostolico. Dopo i lavori di manutenzione straordinaria, l’arredamento degli ambienti e l’attività di ascolto, si darà il via alla fase di accoglienza vera e propria. L’immobile dispone di ampi spazi, pertanto sarà anche la sede del progetto e il cuore pulsante di tutte le attività educative, formative, interculturali e conviviali che saranno rivolte non solo ai beneficiari, ma anche al vicinato, alle comunità parrocchiali, agli enti e associazioni del territorio, ai privati cittadini.
L’obiettivo è quello di creare un luogo aperto al dialogo e al confronto che, da un lato, stimoli ad analoghe esperienze di accoglienza diffusa e, dall’altro, partendo dall’incontro con le persone reali, vinca il razzismo e la xenofobia presenti nelle nostre società, promuovendo il cruciale passaggio dal noi/loro a un unico “noi”.
Nelle parole dell’arcivescovo, mons. Giovanni Intini, l’augurio dell’intera chiesa diocesana per questo nuovo progetto: “Uno dei simboli più eloquenti del Giubileo che stiamo vivendo è la porta santa, che il compianto Papa Francesco ha aperto la notte di Natale dello scorso anno nella Basilica di San Pietro. La porta aperta segno di accoglienza di tutti i popoli nel grembo della chiesa madre.
Con la Casa Colibrì abbiamo voluto aprire come Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, attraverso l’opera dell’Ufficio Migrantes e della Caritas Diocesana, una porta di casa per tutti coloro che hanno bisogno di sentire il calore dell’accoglienza, siano essi stranieri o italiani. Il desiderio di demolire i muri e costruire ponti, già indicato dal neo eletto Papa Leone XIV, trova qui a Brindisi la continuazione di un sogno iniziato anni fa e che ha già consentito a fratelli immigrati di guardare con speranza alla vita. Voglio auspicare che questo sogno diventi il sogno di tanti e un sogno di Chiesa”
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