“Il governo Meloni tradisce ancora una volta la Puglia e il Sud, bloccando la transizione ecologica e industriale e imponendo una condanna a tempo indeterminato per due territori già martoriati come Brindisi e Taranto. Altro che riconversione e sostenibilità: siamo davanti a una regressione ambientale e sociale di proporzioni gravi.” Lo dichiara il Senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S e già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, commentando il rinvio della chiusura della centrale Enel “Federico II” di Brindisi al 2036 e il recente rilascio dell’AIA a carbone per l’ex Ilva di Taranto.
Con il rinvio della dismissione della centrale a carbone di Brindisi, il Governo affossa ogni prospettiva di decarbonizzazione reale, manda in fumo anni di progetti alternativi e sacrifica una città intera sull’altare dell’immobilismo energetico. Brindisi resta così ostaggio del passato, bloccata in un modello produttivo inquinante, mentre altre città europee investono in rinnovabili, idrogeno e innovazione.”
“Ma non è tutto. Pochi giorni fa, lo stesso Governo ha concesso all’ex Ilva di Taranto una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale per continuare a produrre acciaio a ciclo integrato, alimentato a carbone, prorogando in sostanza il modello più impattante dal punto di vista sanitario e ambientale. Un modello che inquina, ammala e che oggi non ha più alcuna giustificazione industriale.”
“È evidente ormai che per il Governo Meloni la parola ‘transizione’ è solo uno slogan da campagna elettorale. Nella realtà, sceglie di alimentare le centrali a carbone e di tenere in vita gli impianti più inquinanti, abbandonando qualsiasi visione di sostenibilità, innovazione e rispetto per i cittadini.”
“Il Movimento 5 Stelle – conclude Turco – non resterà a guardare. Difenderemo il diritto dei pugliesi a un futuro industriale pulito, sano e innovativo. Chiediamo che il Parlamento si assuma le proprie responsabilità, che venga ritirata la proroga per Brindisi e che l’AIA dell’Ilva venga sospesa fino a quando non sarà assicurato un percorso certo verso la decarbonizzazione dell’acciaio. Le scelte di oggi determineranno la salute e il lavoro di domani. E la Puglia ha già pagato abbastanza.”
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