Un patto per il lavoro, lo sviluppo ed il welfare, da sottoscrivere ai vari livelli tra politica, istituzioni, sindacati, organizzazioni datoriali, potrà ridisegnare responsabilmente gli attuali modelli di convivenza civile, sociale ed economica del Paese e, dunque, dei nostri territori, a cominciare da un sistema sanitario effettivamente caratterizzato dall’appropriatezza, anche in vista della ripartenza produttiva e sociale denominata fase2.
Va ridisegnato, insomma, un efficace percorso di inclusione e di equilibrato rapporto tra sostenibilità ambientale delle produzioni, salute, sicurezza interna ed esterna ai luoghi di lavoro.
Bisognerà, inoltre, garantire maggiore partecipazione dei lavoratori nell’applicazione del protocollo del 14 marzo u.s. attraverso tutte le procedure a garanzia della salvaguardia della sicurezza e salute, che non sarà solo fornire più dispositivi di protezione personale.
Mediante appositi accordi aziendali o territoriali di filiera, tra sindacato e imprese, andranno inoltre condivisi percorsi di sanificazione periodica dei luoghi di lavoro, di orari e turni lavorativi, rivisti modelli organizzativi tra cui il lavoro agile, di tamponi fatti in maniera diffusa, di reale distanziamento, di monitoraggio sanitario continuo dei lavoratori dipendenti diretti e indiretti.
Insomma, dovremo utilizzare già questo periodo, precedente alla fase2, per prevenire e riorganizzarci!
Bisogna, poi, rimettere in moto circuiti virtuosi, oltreché nei settori industriali, anche in quelli del turismo, dei servizi, del commercio, dell’artigianato, dell’edilizia, dell’agricoltura che finora sono stati sostanzialmente sono fermi.
Rispetto a tali criticità, fino alla settimana scorsa, altissimo risulta il numero di richieste di cassa integrazione in deroga, per le due province di Taranto e Brindisi da parte di oltre sei mila imprese, vedendo coinvolti oltre 20 mila lavoratori per un totale di oltre 3 milioni di ore.
Anche questi dati costituiscono ulteriore prova della necessità di agire e costituire tavoli di lavoro permanenti, con governance istituzionali presso le prefetture.
In particolare segnaliamo positivamente che le prefetture si stanno già muovendo in tal senso, per consentire un’azione mirata sul territorio, in modo corresponsabile, circa le scelte da intraprendere sulle questioni dello sviluppo e delle crisi sociali ed occupazionali in essere, oltre a proseguire, contestualmente nel confronto e nel monitoraggio delle istanze di prosecuzione delle attività produttive in istruttoria, pervenute, ex Dpcm del 22 marzo e come da indicazioni successive del Ministero dell’Interno.
L’emergenza Coronavirus non è affatto terminata e, questo, ci consente come Cisl, di ribadire il nostro ringraziamento alle tante lavoratrici e lavoratori, oltre a quelli della sanità, anche delle attività e servizi essenziali che continuano a garantire vitalità ai territori.
E’ il momento dell’agire e del moltiplicare la solidarietà, che noi continueremo a declinare nei territori che rappresentiamo, fortificati nella fiducia che insieme riusciremo a superare anche questa prova tanto grave, quanto inaspettata, agendo con ordine e lungimiranza, operando scelte fondate su dati scientifici e convinti che le difficoltà, le forti paure ed i timori potranno essere agevolmente superati restando uniti anche come comunità locali.
Su tutto questo, facciamo nostro anche il richiamo sempre illuminato di Papa Francesco rimbalzato possentemente, in questi giorni, in tutta la sua ricchezza, quando ha ribadito, rinvigorendo i cuori e le menti di tante persone di buona volontà: “Non pensiamo soltanto a ciò che ci manca ma al bene che possiamo fare e alla solidarietà che tutti possiamo agire, perché nulla rimanga più come prima”.
Antonio Castelluccidi
Segretario Generale Cisl Brindisi-Taranto
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