La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate si è svolta anche quest’anno ai piedi del Monumento ai Caduti in Piazza Santa Teresa, in collaborazione con la Marina Militare ed il Comune di Brindisi e con la partecipazione delle Autorità civili e militari, dei Sindaci dei comuni della provincia, delle associazioni combattentistiche, nonché di una rappresentanza di studenti e di numerosi cittadini.
Momento saliente della cerimonia, per intensità e significato, è stato l’omaggio ai Caduti con la deposizione di una corona ai piedi del Monumento, cui è seguita la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica.
Dopo l’intervento del Comandante del Presidio Militare di Brindisi e del Sindaco del Comune capoluogo, il Prefetto ha rivolto il suo indirizzo di saluto ai presenti ricordando il grande contributo fornito dalla Città di Brindisi alla Grande Guerra apporto che le ha fatto meritare il conferimento della Croce di Guerra ed il titolo di “Brindisi la fedele”.
Come ha ricordato infatti il Prefetto nel suo intervento: “.. Brindisi svolse il compito di “Sentinella dell’Adriatico”, fu la principale base operativa della Marina Militare Italiana compiendo il blocco del Canale d’Otranto ed impedendo alla flotta austroungarica di lasciare l’Adriatico. Grandi operazioni navali mossero da questo porto: come il salvataggio dell’esercito serbo nel dicembre 1915 e febbraio 1916, …ma è stata testimone anche di grandi perdite con l’esplosione in rada, il 27 settembre 1915, della corazzata “Benedetto Brin” e la morte di 456 uomini dell’equipaggio e del comandante ammiraglio Ernesto Rubin de Cervin….da Brindisi l’ammiraglio Paolo Thaon de Revel diramò il 12 novembre 1918 il bollettino della vittoria navale che sottolineava il valore dei marinai d’Italia celebrato, alcuni anni dopo con l’edificazione del Monumento Nazionale al Marinaio d’Italia…”
Particolarmente emozionante nel corso della manifestazione è stato l’intervento degli studenti del Liceo “Ettore Palumbo” di Brindisi che per l’occasione hanno letto e commentato alcune poesie di Ungaretti, Perseni e di Talil Sorek sul tema della giornata.
Alla cerimonia era presente anche una delegazione dell’Istituto Professionale “Ferraris” di Brindisi.
Alle ore 12,00, due salve di 21 colpi di cannone sono state esplose dal Castello Svevo e da una unità navale in sede.
Brindisi, 4 novembre 2019.
Prefettura di Brindisi Ufficio Territoriale del Governo
Questo il testo integrale del discorso del Sindaco Riccardo Rossi
Buongiorno a tutti,
rivolgo un caro saluto alle Autorità Militari, Civili e Religiose, ai rappresentanti dei combattenti e reduci, delle Associazioni d’Arma e a tutti i cittadini e le cittadine presenti.
Il 4 Novembre è la giornata dedicata alle nostre Forze Armate e all’Unità d’Italia, è la giornata in cui vogliamo ricordare tutti i caduti in guerra.
Sono gli uomini e le donne che hanno combattuto fino al sacrificio della propria vita e dei propri affetti per il paese, per la libertà, per quel lungo percorso risorgimentale che con la vittoria sull’impero Austro Ungarico ben 101 anni fa ha portato all’Italia Unita.
È stato quello del Risorgimento italiano un percorso lungo, doloroso, attraversato dall’orrore delle guerre, dal sacrificio estremo di donne ed uomini, un percorso durante il quale il sentimento nazionale, il senso di comunità che condivide valori e speranze si è radicato e diffuso.
L’unità d’Italia non è stata e non è quindi solo unità territoriale, geografica, ma anche unità sociale, il divenire comunità.
Il Risorgimento italiano porta in grembo la necessità di superare l’Italia dei campanili, delle rivendicazioni regionalistiche.
L’Italia nasce nella consapevolezza di una necessità storica: quella di unire il paese territorialmente e socialmente, farne una Comunità che sappia affrontare i problemi e guardare con fiducia e speranza al futuro.
Il senso del 4 Novembre è quindi profondo, attuale in un momento in cui la nostra società dopo i 10 lunghi anni dall’inizio della crisi mai superata sembra sempre più frantumata, polarizzata, divisa tra un Nord ed un Sud, tra generazioni con bisogni diversi, tra le classi sociali sempre più distanti, da un processo migratorio epocale che va governato con umanità e ragionevolezza senza contrapporre gli ultimi ai penultimi.
Non possono essere le richieste nazionalistiche di uscita dall’Unione europea che in questi anni ha difeso la pace tra i popoli e le nazioni, anche se con errori e scelte di politica economica sbagliate perché determinate più dal rigore dei conti che dalla sofferenza delle persone, né possono essere le rivendicazioni che contrappongono il Nord al Sud, i territori più ricchi a quelli più fragili, la risposta ai 10 anni di crisi.
Occorre, al contrario, ripartire dall’insegnamento del 4 Novembre, dal senso di responsabilità e di sacrificio che ha consentito di unire il paese e non di dividerlo, di cercare risposte per tutti anche nei momenti più difficili.
Anche la nostra città, la nostra provincia vive questo difficile momento. Molte sono le crisi aziendali aperte sul territorio. Sempre più spesso rappresentanti delle istituzioni, sindacati e lavoratori si incontrano qui in Prefettura per cercare soluzioni ad un sistema produttivo che arretra e che lascia tutte le contraddizioni aperte negli anni sui soggetti più deboli: i lavoratori.
Si avverte qui ed ora, nei momenti più difficili il bisogno di uno Stato forte, che sappia fornire risposte ai giovani, ai lavoratori o a chi un lavoro non l’ha mai avuto. Uno Stato che sappia costruire modelli di sviluppo rispettosi di ambiente e salute, che dia risorse agli enti locali che oggi troppo spesso rappresentano per i cittadini il solo ed unico interlocutore e riferimento.
Si sciolgano i dubbi e le incertezze sulle province che pur avendo funzioni fondamentali, la sicurezza stradale e la manutenzione delle scuole superiori sono in forte difficoltà, eppure parliamo di sicurezza stradale e della scuola ovvero del nostro futuro.
Nella responsabilità di ciascuno, dei cittadini e di chi ha l’onore di rappresentarli nelle istituzioni, nelle scelte forti e coraggiose possiamo e dobbiamo ritrovare la via dell’unità, la sola che può consentire di guardare con fiducia al futuro.
Ed in questo le nostre forze armate, con i loro uomini e le loro donne, con il senso del dovere e i valori che testimoniano ogni giorno sono un punto di riferimento. Voglio a nome di tutte e tutti i cittadini ringraziarli per la loro preziosa opera che svolgono ogni giorno nel nostro territorio di contrasto alle organizzazioni criminali, nei nostri mari salvando chi fugge da guerre e povertà. Un grande sforzo compiuto con passione e generosità.
Nel giorno in cui ricordiamo i caduti di tutte le guerre, per non dimenticare l’orrore della guerra, un pensiero al popolo curdo vittima di un’aggressione in alcun modo giustificabile che l’intera comunità internazionale deve condannare e fermare.
Viva l‘Italia, Viva le Forze Armate, Viva la pace.
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