April 2, 2025

Nella giornata di martedì 9, dopo una ventina di giorni, il Sindaco ha finalmente deciso di azzerare la Giunta, ponendo fine al lungo e sfiancante tormentone declinato a giorni alterni, da se stesso e dai consiglieri della sua maggioranza. “Azzera la Giunta”. “Fatemi la poposta sui nomi dei nuovi Assessori.” “Pensiamoci. ”

E mentre si pensa tutto rimane ancora traballante in alto mare.

Riflettendo sulla situazione e sulla leggerezza con la quale viene vissuta, mi sono chiesto di quale terribile colpa possano essersi resi responsabili nel passato i Brindisini, per meritare le maggioranze di governo, che negli ultimi trent’anni si sono avvicendate in città, compresa naturalmente quella attuale, che sono state la causa, se non esclusiva, senz’altro determinante della grave sofferenza economica, sociale ed ambientale del nostro territorio.

Ancora una volta i cittadini si sono fatti conquistare dalle promesse elettorali, si sono affidati alla speranza, forse all’illusione, che l’attuale Sindaco potesse far riemergere la città dal buio in cui era sprofondata da tempo.

Da lui si aspettavano atti di livello corrispondente all’impegno assunto con il programma, in cui lo spirito di servizio, la passione per questa città e per i suoi cittadini sembravano dovessero prevalere su tutto e tutti. In grado di elevarsi al di sopra degli interessi della propria parte politica e da operazioni di piccolo cabotaggio.

Purtroppo, se si va ad esaminare nel merito l’azione amministrativa e la programmazione di questo inizio di mandato, verifichiamo un’attività opaca, sorda, inconcludente nelle decisioni, incline ad impantanarsi nella palude dell’immobilismo progettuale, incapace di collocare la politica là dove ci sono i reali problemi della gente e del territorio. Di realizzare quel disegno evocato nel programma elettorale, di uno sviluppo che nell’ oggi doveva guardare al futuro.

E’ evidente a tutti, anche a chi fa finta di non vedere, che si sono del tutto inariditi gli elementi nobili di quell’impegno, che rappresentavano nella sua grammatica elettorale, il dato di discontinuità e di reale novità rispetto alle precedenti inconcludenti maggioranze di governo della città.

Per questo si è sempre più diffuso tra i cittadini il convincimento che l’attuale amministrazione e la maggioranza politica che la sostiene, siano inadeguati al ruolo che sono stati chiamati a svolgere, più inclini ai condizionamenti interni, alla latitanza, piuttosto che al confronto, al fare.

Infatti, mentre nelle altre città la crisi economica ha avvicinato le amministrazioni ai bisogni dei cittadini e del ceto produttivo, nella nostra città, la nostra amministrazione con l’ inconcludenza delle decisioni, il persistente isolamento nelle proprie convinzioni, nelle scelte non partecipate, non condivise, ha contribuito ad allargarne la distanza.

 

Su quanto sta accadendo credo si debba concentrare la riflessione di tutti, sul livello di adeguatezza, di responsabilità ed affidabilità di chi, in una situazione di grave emergenza, determinata della crisi economica devastante, si trastulla con il giochino della poltrona si, poltrona no.
Non si può continuare così. Credo che si debba cambiare passo, concludere in tempi brevi la questione. Non si possono tenere in sospeso in eterno questioni di una simile rilevanza.

Se c’è una reale omogeneità politica ed amministrativa, se esiste un effettivo denominatore comune programmatico intorno al quale possa consolidarsi una maggioranza capace di assicurare il governo della città, è necessario che emerga subito di fronte alla città, in un consiglio comunale urgente, specificando cosa si vuol fare realmente, con quale risorse, in quanto tempo, cercando di recuperare la dignità del ruolo e dell’impegno smarrito, liberando la città dall’agonia di una crisi senza tempo.

Un impegno che non deve sottendere ad un calcolo esclusivamente numerico, ma a un percorso e una connotazione politica capace di rilanciare questa città.

 

Per questo è necessario mettere da parte i personalismi, andare al di là degli attuali schemi dettati da una visione politica ormai superata.

Intraprendere un percorso di dialogo e di confronto con la città, con i cittadini, per costruire insieme a loro un percorso sociale e politico, che sappia guardare oltre l’attuale contingenza e rigidità politica.

Altrimenti sarebbe un’operazione dichiaratamente demagogica, confusionaria, di breve respiro, che in poco tempo ci riporterebbe indietro alla lotteria delle poltrone, che non gioverebbe a nessuno, meno che meno alla città e ai suoi cittadini, che sarebbero esposti a tutti quei danni e pericoli provocati dal perdurare di una situazione di incertezza e dalla mancanza di una guida sicura.

 

Non credo abbia alcun senso continuare a governare nel buio, su niente.
Tutto comunque sarebbe meglio della situazione attuale.

 

Vincenzo Albano

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