Quest’anno l’8 marzo lo dedichiamo a chi subisce e lotta tutti i giorni contro le discriminazioni di genere: la forma di razzismo più diffusa e odiosa introiettata da uomini e donne e che si manifesta attraverso la denigrazione di un altro essere umano per il suo sesso.
Gli atteggiamenti di prevaricazione normalmente usati come paternalismo, dileggio e disprezzo, non sono altro che l’esercizio di un potere per assumere o non perdere lo status di privilegiato rispetto all’altro.
Il sessismo non colpisce solo le donne perché “inferiorizzate” da una cultura millenaria e patriarcale e la cui sessualità è costruita all’interno di relazioni di potere, il sessismo colpisce anche il sesso maschile quando non è conforme all’attuale sistema.
Diffuso e naturalizzato è anche una forma di sessismo morboso e violento verso le prostitute che scelgono il loro lavoro, ma anche verso quelle che sono indotte e sfruttate.
E’ necessario comunque distinguere tra le discriminazioni sessiste che hanno una visibilità pubblica e quelle che avvengono in privato all’interno delle mura domestiche. Poiché al primo tipo di discriminazione c’è un riconoscimento e ci si può organizzare in maniera collettiva per combatterlo (es il bullismo a scuola), quello che avviene nel privato è molto più subdolo ed è più difficile che abbia un riconoscimento all’esterno, difficilmente si possono trovare forme di organizzazione collettiva per arginarlo.
Come collettivo femminista ci chiediamo qual è lo stato dell’arte oggi rispetto al sessismo. Abbiamo elaborato un modo meno accademico ma certamente più coinvolgente per discutere del tema.
Abbiamo quindi chiesto al genere maschile a noi più vicino e con cui ci relazioniamo più spesso, di definire il termine sessismo e di spiegarci in poche parole cosa percepiscono in quest’atteggiamento.
Le risposte ricevute confermano che, in questo senso, non c’è stata alcuna crescita sociale e collettiva di un pensiero anti sessista che potrebbe aiutare a mettere le cose in pari, come si sperava negli anni 70 dopo le potenti rivendicazioni dei movimenti delle donne.
Costatiamo che l’involuzione sociale e culturale sta diventando strutturale. Manca l’educazione al pensiero critico e filosofico, che può dare chiavi di lettura differenti ed evitare pericolose manipolazioni del pensiero. Il movimento femminista è colpito da una costante banalizzazione che ne depotenzia la forza. E’ un dato di fatto che gli attuali mezzi d’informazione sfornano una quantità enorme di pensieri deboli e luoghi comuni che rafforzano stereotipi di genere incredibilmente vecchi e quindi causa di discriminazione.
La nota positiva di questa nostra iniziativa e che abbiamo acceso un po’ di curiosità e qualcuno si è interrogato, ha riflettuto e anche studiato. La risposta maschile più autentica e interessante è stata questa:
Siamo davvero non sessisti?
Poi dentro iniziamo a interrogarci, a darci alibi morali e di comodo, tirando fuori retaggi culturali, generazionali, abitudini familiari, media che ci hanno mostrato modelli di vita cosiddetti tradizionali.
Insomma, siamo ancora sessisti inconsapevoli (ma per davvero?) per inerzia e comodità. Speriamo di cambiare.
Collettivo femminista “maistarezitte” Brindisi
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