I Carabinieri di Brindisi stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere della DDA di Lecce a carico di 3 pluripregiudicati brindisini, ora indagati in quanto ritenuti affiliati alla frangia dei “Tuturanesi” della Sacra Corona Unita.
L’indagine, scaturita dal rinvenimento di un “pizzino” – sequestrato a carico di uno degli odierni arrestati in occasione dell’operazione che il 25 maggio scorso portò all’arresto di 10 persone per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nonché, a vario titolo, di plurime cessioni continuate di sostanze stupefacenti ed estorsione commessa con l’aggravante delle finalità mafiose.
In quell’occasione gli inquirenti, avvalendosi anche di intercettazioni telefoniche ed ambientali, delinearono una struttura di una articolata organizzazione criminale – in possesso di una considerevole disponibilità economica e di armi – dedita al traffico di cocaina e marijuana, con sede operativa a Torchiarolo e capeggiata da Giuseppe Perrone, detto “Barabba”, operante nelle province di Brindisi e Lecce.
Elementi di spicco dell’organizzazione erano Maurizio Maiorano, Luca Lorfei, Paolo Golia, Massimiliano Lasalvia, Maurizio Lasalvia, Giovanni Maiorano, Francesca Perrone e Gianluca Maiorano.
L’operazione ha permesso anche di delineare i nuovi assetti e le dinamiche della nuova criminalità organizzata.
Il tutto grazie ad un “pizzino” e ad una lettera sequestrate a Giuseppe Perrone nel corso di una perquisizione veicolare.
L’estensore della lettera è Raffaele Martena, di Tututano, protagonista di un tentativo di evasione dal carcere di Borgo “San Nicola” nel gennaio dl 2013.
Martena è considerato un emergente della malavita e rappresenta l’anello di congiunzione tra la criminalità leccese e quella brindisina.
Nel pizzino inviato a Perrone, Martena scrive “Se ci sarà da ammazzare si ammazzerà” e – con un linguaggio da vero boss della criminalità – parla di una torbida vicenda su un bambino attribuita a Sergio Notare, detto “Panzetta” (“Vedi che a Taranto ho scoperto del fatto del bambino, chi è il responsabile, ed è quel pisciaturo di 5 lire con Sergio Ponzetta. Ora che esce Cristian ti spiegherà meglio poiché sta a Lecce e doveva parlare con una persona di Squinzano”).
Inoltre Martena parla dei rapporti intessuti con Cristian Pepe, un ergastolano di Lecce, e delinea il prossimo andamento degli affari criminali (“Ascolta ciò che dirà Cristian ed aiutatelo perché dovrà prendere fumo, eroina e cocaina con il tuo benestare vi regolate in da farsi…Ti sarò riconoscente, che grazie a te mi fai fare il boss dal carcere e Cristian solleverà il suo nome alle stelle. Ricordati che ti amo”).
Maggiori dettagli sull’operazione saranno disponibili al termine della conferenza stampa che il Procuratore Capo di Lecce, Dott. Cataldo Motta, terrà alle 10.30 presso il Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi.
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