a nota dell’Ordine dei Medici sulla questione dei tamponi sospesi dalla Regione e sulla separazione dei percorsi nonchè quanto sta continuando ad accadere nell’ospedale Perrino di Brindisi, confermano la gravità della situazione denunciata ormai da settimane.
Abbiamo interrogato il Ministro della Salute proprio perché riteniamo che siano esposte a rischio eccessivo le vite degli operatori sanitari e dei pazienti dello stesso presidio ospedaliero e quindi non è accettabile alcuna ulteriore sottovalutazione.
Ritardi dei tamponi ed errori organizzativi evidenti da parte della Regione Puglia e purtroppo dall’Asl di Brindisi a cui non hanno fatto seguito interventi adeguati alla gravità di quanto stava accadendo.
Se la situazione non è ulteriormente precipitata è solo grazie alla grande professionalità dei primari del singoli reparti e, più in generale, di tutto il personale che opera nella struttura. Oggi, però, occorre agire in tutta fretta e, parallelamente, stabilire le responsabilità per quanto sta accadendo”.
Lo afferma il parlamentare brindisino Mauro D’Attis (Forza Italia) il quale nei giorni scorsi ha depositato una interrogazione al Ministro della Salute Speranza proprio sull’emergenza sanitaria dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi.
“Ritengo anche doveroso chiarire la questione riguardante le mie dichiarazioni sulle affermazioni del Primario del Reparto Covid di Brindisi – aggiunge l’on. D’Attis – Mai ho messo in dubbio la professionalità medica sua, dei suoi colleghi o dei suoi collaboratori che ringrazio nuovamente senza infingimenti. Anzi, ho sostenuto quello che proprio i medici, rappresentati dal loro Ordine, hanno sempre denunciato. Quello che accade nell’ospedale Perrino è dovuto, come detto, a una organizzazione evidentemente sbagliata sulla quale io chiedo di fare luce. A mio parere, le dichiarazioni di un primario che interviene difendendo l’operato della Direzione Generale della ASL, dichiarando che sono stati compiuti degli errori dovuti a difetti organizzativi, non è del tutto irrilevante in questa circostanza. La vergogna sarebbe in questo e non in altro che, se usato ancora, apparirebbe solo strumentale e fuorviante. Mi scuso con Gatti se l’interpretazione è stata questa, ma ho dato molta importanza alla sua dichiarazione e lui, come me, deve assumersi la responsabilità di quanto afferma. E comunque, per comprendere la non applicazione di una norma o la errata disposizione logistica non c’è bisogno di una laurea in medicina.
Il nostro sostegno vero ai medici e agli operatori sanitari non è mai mancato. Io stesso sono stato, il 26 febbraio scorso, il primo firmatario dell’ordine del giorno accolto dal Governo che lo impegnava a fornire i DPI al personale ospedaliero, poi firmatario di un emendamento al decreto “Cura Italia” per il riconoscimento di una mensilità aggiuntiva (per l’anno 2020) al personale medico, sanitario e tecnico (compresi i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta), nonché agli operatori socio-sanitari del settore sanitario pubblico e ancora firmatario di un emendamento per il pensionamento anticipato di un anno ai medici ed a tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza covid 19.
Le uniche cose che interessano ora sono la soluzione dei problemi denunciati e la risposta del Ministro con i provvedimenti di intervento del caso per agevolare il lavoro dei medici e garantire i cittadini”.
Dopo aver rimandato per 24 ore l’inaugurazione del nuovo reparto di terapia intensiva presso l’ospedale Perrino di Brindisi, ci saremmo aspettati oggi l’entrata in funzione del reparto. Cosi parte un comunicato stampa sottoscritto da Laura De Mola e Livia Antonucci, coordinatrici provinciale e cittadine del Partito di Berlusconi.
Risale a marzo la dichiarazione del DG della ASL brindisina, accompagnata da quella di Emiliano, che aveva comunicato l’apertura della ‘nuova’ terapia intensiva da lì a pochi giorni.
Con un ritardo di circa 40 giorni, finalmente la notizia dell’inaugurazione, confermata per ieri, poi rimandata ad oggi e poi forse a domani, che in qualche modo aveva rassicurato i cittadini. Ma anche questa volta, le promesse si sono tradotte in un nulla di fatto. Falsità su falsità che preoccupano e innervosiscono in quanto oggi, dopo due mesi dall’inizio della pandemia, il governo regionale capitanato da Emiliano non è stato in grado di dare atto alla tanto declamata rete ospedaliera Covid-19, perlomeno a Brindisi. “Stiamo provvedendo al potenziamento delle terapie intensive”, diceva il governatore.
Rimane ancora misteriosa la funzione di questo nuovo reparto di terapia intensiva nei containers del Perrino, sempre nel caso in cui si decida di darne avvio.
Ci chiediamo, infatti, se sarà un vero e proprio reparto di terapia intensiva, dunque provvisto di tutte le dotazioni tecnologiche, come ad esempio letti high-tech, ventilatori polmonari, personale specializzato, atti a garantire le cure intensive a pazienti critici, oppure se diventerà solamente un reparto per la degenza Covid. Si fa presto a parlare di “terapia intensiva”, ma converrebbe capire realmente cosa si intende. Per farla breve, se i nuovi posti letto nei containers sono destinati ad un reparto di degenza ordinaria per pazienti che hanno contratto il virus, ma che non necessitano di cure intensive, non si può assolutamente parlare di “potenziamento della terapia intensiva” a Brindisi.
E’ da troppi anni che il governatore Emiliano non ha a cuore la città di Brindisi.
Il risultato della politica di questa sinistra inconcludente è che, se nei containers i posti letto disponibili sono adibiti solo a degenza ordinaria e nei prossimi giorni ipoteticamente più persone dovessero aver bisogno della terapia intensiva, questa non sarebbe disponibile per tutti in quanto il numero dei posti letto, di fatto, non è cambiato rispetto a quello di due mesi fa.
Quindi, nonostante il nosocomio del capoluogo sia stato individuato come ospedale Covid dalla Regione Puglia, dopo due mesi dall’inizio dell’emergenza, la situazione non è affatto sotto controllo.
Banalizzare sul fatto che si tratti puramente di problemi organizzativi non è ammissibile. Inutile ribadire che qui si sta parlando prima della salute del personale sanitario e dei pazienti che a chi ci amministra a livello regionale evidentemente non sta a cuore.
Laura De Mola – coordinatrice provinciale FI
Livia Antonucci – coordinatrice cittadina FI
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