Fino a qualche giorno fa la possibilità che dietro la vicenda Dema si stesse consumando l’ennesimo scippo nei confronti del territorio brindisino rientrava nell’ambito delle mere sensazioni. Oggi si può ben dire che esse diventano realtà alla luce di alcuni fatti anomali sui quali sarebbe auspicabile una decisa presa di posizione da parte delle sigle sindacali non compromesse con la strategia Dema..
I fatti. Fino a qualche giorno fa si aveva notizia di un Piano industriale del gruppo che, per quanto riguarda il sito di Brindisi, prevedeva la conversione di una parte del personale addetto al montaggio in operatori addetti al controllo numerico, in ragione sia del trasferimento di 10 macchinari all’uopo utilizzabili, dismessi dallo stabilimento di Pomigliano d’Arco, nonché della interlocuzione ancora in essere con Agusta per quanto attinente l’eventuale conferimento di ulteriori commesse di montaggio.
Inquieta, invece, l’involuzione che la vicenda avrebbe registrato negli ultimi giorni. In poche parole, pare che giovedì scorso, all’insaputa dei lavoratori, sia stato sottoscritto un accordo tra Dema e alcune sigle sindacali, in virtù del quale, nel confermare il trasferimento a Brindisi dei 10 macchinari necessari per il controllo numerico, si chiedeva di poter far fare il percorso inverso ad un forno per i trattamenti termici delle lamiere esistente nel sito di Brindisi – unico in Puglia per tecnologia e per certificazioni già ottenute -, oltre a due presse di grandi dimensioni, da trasferire presso il sito di Somma Vesuviana.
Ad una lettura superficiale dell’accordo tutto ciò potrebbe apparire come logica conseguenza di una razionalizzazione dell’attività Dema comportante benefici sia per il sito brindisino che per quello campano. Ma le cose non stanno esattamente così.
Nell’accordo vi sarebbe, infatti, una clausola in virtù della quale, in caso di mancate commesse da parte di Agusta, i dieci macchinari da adibire al controllo numerico riprenderebbero la via di Pomigliano d’Arco, mentre la stessa cosa non avverrebbe per il sito campano.
La sintesi: Dema blinda Somma Vesuviana e scarica Brindisi.
Ebbene, almeno per quanto mi riguarda, tutto ciò non sarà possibile. Non solo perché credo di ricordare che i macchinari da trasferire a Somma Vesuviana sarebbero vincolati allo stazionamento in Puglia fino al 2018 in quanto rivenienti da fondi regionali. Ma anche perché, prima di andar via da Brindisi, Dema dovrà dare conto di quale sia stata la sua presenza sul territorio in rapporto agli impegni assunti con la Regione Puglia in conseguenza delle cospicue risorse regionali utilizzate.
Così come interessante sarà conoscere quale sia stata la posizione assunta dalle diverse sigle sindacali, delle quali non si può fare (almeno spero) di tutta l’erba un fascio, anche se su alcune di esse gravano responsabilità enormi.ù
E poco importa che la legislatura regionale sia agli sgoccioli. Ci sarà sempre un giudice a Berlino. Pardon, a Brindisi.
Euprepio Curto
Consigliere regionale Udc
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