May 25, 2025

A seguito delle notizie apparse sui media nei giorni scorsi, DEMA ritiene opportuno fare i dovuti chiarimenti.

 

Dopo mesi di trattative, tutti i tentativi di DEMA di mantenere il livello occupazionale di Brindisi non hanno sortito risultati. La principale committente di tale stabilimento aveva infatti deciso in prima battuta a fine 2012 di internalizzare alcune commesse, assegnate dopo nemmeno un anno ad altri fornitori italiani. Ed ancora ha deciso di internalizzare le rimanenti commesse, sempre di responsabilità del sito brindisino di DEMA e che rappresentano il 90%del fatturato del sito pugliese, portando parte di tali attività anche nel proprio stabilimento in Polonia.

 

Una drammatica scelta che ha obbligato lo stabilimento DEMA di Brindisi a dichiarare un immediato esubero di circa l’80% della forza lavoro, che prospetticamente mette in discussione l’esistenza stessa del sito produttivo. Si tratta infatti di 80 esuberi al 30 giugno 2015 che diventeranno 130 al 31 dicembre. Dopo gli esuberi già verificatisi nel corso del 2013 e del 2014: DEMA impiegava infatti nel 2012 a Brindisi circa 200 risorse.

 

Tale decisione impatta anche gli altri stabilimenti DEMA con uno scarico di 25 operatori.

Un sito produttivo, quello brindisino, fiore all’occhiello del gruppo DEMA, non solo per tecnologie e lavorazioni ma anche per skill professionali specializzati.

 

A nulla è valsa la richiesta di poter partecipare alle gare per l’assegnazione di attività su altre commesse AW in modo da poter salvaguardare i 130 posti di lavoro, pur DEMA avendo pienamente rispettato i rigorosi requisiti di qualità e puntualità delle consegne sugli attuali programmi e avendo sempre risposto con prontezza alle richieste improvvise del cliente di aumento dei rate produttivi purtroppo discontinui. E non solo: nonostante DEMA, come richiesto per esigenze del cliente, abbia portato una ricaduta di fatturato nel sito pugliese derivante da altri programmi e clienti, non è stato tuttavia possibile portare a termine la diversificazione prevista, in quanto il presupposto di mantenere i programmi attuali è venuto meno.

Il piano industriale di DEMA prevedeva infatti una crescita nel sito brindisino con l’aumento delle tecnologie, offrendo dunque meccanica, lamiera e montaggio per una committenza di standing internazionale.

 

L’azienda si riserva di mettere in campo tutte le azioni legali per poter tutelare i propri interessi e quelli dei lavoratori.

 

 

CHIARIMENTI IN MERITO ALLE DICHIARAZIONI TV E STAMPA DELL’ON. EUPREPIO CURTO

 

Si precisa inoltre che su un totale di 10,182 milioni di euro per il progetto di investimento industriale nell’area di Brindisi, DEMA ha avuto accesso alle agevolazioni previste dalla Legge ex 181/89 (delibera 29/01/2009 di Invitalia SpA) per un importo pari a 3,9 milioni di euro, come contributo in conto capitale a fondo perduto (circa il 40% dell’investimento) ed un finanziamento a tasso agevolato pari a circa 2,9 milioni di euro (circa il 30% dell’investimento).

 

Invitalia SpA ha sottoscritto inoltre 990.000 quote ordinarie della Società DEMA SpA entrando nel capitale sociale con una quota del 7,93% e ha inserito un nominativo di proprio gradimento nel Collegio Sindacale della Società. A tutela del proprio investimento ha in più iscritto ipoteca di primo grado sull’immobile di Brindisi finanziato con la legge 181/89.

Il finanziamento prevedeva il completamento entro la fine del progetto di investimento di un programma occupazionale con un livello minimo di neoassunti con contratto a tempo indeterminato pari a 72 unità, requisito questo abbondantemente soddisfatto.

Con verbale di collaudo del settembre 2013, a valle della verifica da parte degli incaricati di Invitalia del rispetto di tutti gli adempimenti gestionali, legali e tributari a carico della DEMA, il progetto d’investimento ha avuto termine.

 

COMUNICATO STAMPA DEMA

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