Si alza forte la polemica sulla Fiera del Disco tenuta il 6 e 7 gennaio nella sala della colonna di Palazzo Nervegna, ai piedi del Capitello originale, simbolo di Brindisi e della via Appia.
A sollevare il polverone è un articolo di Gianmarco Di Napoli, direttore di Senzacolonnenews.it nel quale si biasima la circostanza che la stanza che ospita il monumento sia stata trasformata in un mercato di vinili, magliette e gadget, con un dj che pompa musica ad alto volume all’ingresso.
Il focus dell’articolo è sulla mancanza di rispetto verso il Capitello e la via Appia, soprattutto considerando che in questi mesi l’Unesco stava valutando l’inserimento della via che collega Roma a Brindisi nell’elenco dei tesori del patrimonio dell’umanità, e il Capitello è uno dei principali simboli.
Si sottolinea, inoltre, che il Comune di Brindisi aveva tante altre alternative al chiuso per ospitare la Fiera del Disco.
Va rimarcato che la manifestazione è stata autorizzata dalla Giunta Comunale nella riunione del 13 dicembre scorso (uniche assenti le avvocate Daniela Maglie e Ernestina Sicilia). Nell’atto di Giunta si approva l’adesione e la compartecipazione del Comune di Brindisi all’organizzazione, si concede il Patrocinio del Comune di Brindisi e si esonera l’organizzatore dal pagamento del ticket d’uso della sala.
Sul fatto sono intervenuti i consiglieri Roberto Quarta, Pasquale Luperti e Michelangelo Greco.
Scrive Roberto Quarta, Consigliere comunale FDI:
In qualità di Consigliere comunale di Brindisi, ritengo di non poter esimermi dall’esprimere profonda indignazione per lo svolgimento della “Fiera del Disco” che ha avuto luogo ieri e oggi nella sala della Colonna di Palazzo Granafei-Nervegna.
L’evento, contrassegnato dalla partecipazione di venditori hobbisti e collezionisti di materiale discografico, avrebbe potuto rappresentare un’opportunità culturale significativa per la nostra città. Tuttavia, la realtà si è dimostrata amaramente diversa.
La sala della Colonna non è solamente uno spazio espositivo; ospita il capitello originale della Colonna Romana di Brindisi, un simbolo identitario che incarna secoli di storia e cultura. La scelta di utilizzare questo luogo quasi sacro per una fiera che si è presto trasformata in un mercato rionale disordinato e caotico è, a mio avviso, una grave mancanza di rispetto per la nostra eredità culturale.
La presentazione alla rinfusa delle mercanzie, più adatta a un bazar che a un evento in un luogo così pregno di significato storico e culturale, si è rivelata nei fatti una mera esposizione commerciale priva di qualsiasi sensibilità o apprezzamento per il contesto in cui si svolgeva. La fiera avrebbe potuto essere un’occasione per mostrare la ricchezza e la diversità della cultura musicale, un momento di condivisione e apprezzamento per un hobby che unisce generazioni e culture diverse. Invece, ciò che abbiamo visto è stata una presentazione dozzinale, priva di qualsiasi legame con il contesto culturale e storico del luogo.
Questo episodio rappresenta non solo un affronto alla dignità di Palazzo Granafei-Nervegna, ma anche un chiaro spregio per i valori e la storia della nostra città. In qualità di rappresentante dei cittadini di Brindisi, sento il dovere di biasimare fermamente l’iniziativa e di far giungere il mio disappunto a chi ha contribuito alla sua realizzazione: è nostro dovere salvaguardare i luoghi che rappresentano la nostra storia e la nostra identità. Non possiamo permettere che vengano banalizzati o ridotti a mere location per attività commerciali. Questo incidente deve servire da monito per il futuro: ogni evento organizzato in spazi di tale importanza deve essere attentamente valutato e pianificato con il rispetto che merita. Concludo ribadendo la mia profonda delusione e richiedendo che vengano prese tutte le misure necessarie per garantire che simili episodi non si ripetano. È essenziale che ogni evento organizzato nei beni culturali della città sia non solo in linea con il rispetto dovuto alla loro oggettiva rilevanza, ma anche che sia anche in grado di sollecitare il dialogo culturale e storico della nostra città. La nostra storia, la nostra cultura e i nostri simboli meritano il massimo rispetto”
Questo il comunicato di Pasquale Luperti e Michelangelo Greco:
Accade spesso, nel corso di questo primo scampolo di Amministrazione-Marchionna, di sentire i rappresentanti della maggioranza fare riferimento al compianto sindaco Mennitti, quasi a voler far intendere di agire in continuità con la giunta guidata proprio da uno dei personaggi politici più illustri della storia di Brindisi.
Eppure di Mennitti si sono tutti ampiamente dimenticati nel momento in cui hanno reso possibile la realizzazione di una “Fiera del disco” nella Sala della Colonna, uno dei posti più rappresentativi e prestigiosi della città di Brindisi.
Un “mercato” in cui è stato possibile acquistare e vendere dischi: Nulla da obiettare sull’iniziativa, ma aver permesso che si svolgesse in quella Sala è la dimostrazione che questa Amministrazione non ha radici, non ha rispetto per la storia di Brindisi e non tiene in alcuna considerazione le scelte di chi l’ha preceduta.
Ed è gravissimo che si consenta ad un dirigente di Forza Italia di definire “giornalai” i giornalisti che hanno chiesto che si faccia luce sull’accaduto, evidenziando l’assurdità di una autorizzazione concessa senza fermarsi un solo istante a riflettere su ciò che si stava facendo. E’ chiaro che, a questo punto, dovrà intervenire il sindaco Marchionna per individuare i responsabili e per chiedere scusa alla città.
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