Non è la prima volta che i francavillesi dovranno fare a meno dell’appuntamento di maggio con la Fiera dell’Ascensione. Quella che era una bella tradizione rischia ora, però, di trasformarsi in un brutto ricordo o, peggio, in un ancor più brutto futuro. Le più o meno recenti sfortune dell’Ente, ora in fase di liquidazione, impongono, quindi, una riflessione di natura amministrativa e politica che rendono necessario, a mio parere, un passaggio in consiglio Comunale
Non mi metterò a ripercorrere le tappe che, negli ultimi due decenni, hanno lentamente portato la Fiera ad una fine poco gloriosa. Si alimenterebbero solo accuse feroci e dietrologie inutili. È pur vero, però, che il passato ha sicuramente insegnato qualcosa. Se non alla politica, quanto meno ai cittadini.
Se la Fiera non c’è più, esiste ancora una struttura, di proprietà del Comune, che potrebbe essere destinata a nuove finalità, nuovi scopi, nuovi modi di intendere il bene pubblico. Un bene deteriorabile, soggetto al tempo e al degrado, che merita la massima attenzione da parte di tutte le forze politiche.
Al netto dei problemi strutturali e storici dell’immobile, ritengo sia opportuno avviare in tempi brevi un percorso capace di rispondere ad una domanda. Ovvero, cosa vogliamo fare di questa struttura?
Resto scettico circa la possibilità che un’amministrazione pubblica, sia essa il Comune o la Provincia, possa mettere in campo risorse utili per lo sfruttamento del bene. Si è ipotizzato, in tempi recenti, della costruzione di una nuova sede dell’Industriale “Fermi”. Un’ipotesi affascinante, ma temo poco fattibile per una mera questione finanziaria. Si è parlato, pure, di un centro culturale che possa ospitare le varie associazioni, anche quelle teatrali. Si è parlato, anche, di un’area parcheggio. O, addirittura, di un centro commerciale, con un progetto , magari, da affidare a dei privati illuminati e incentivati.
Incentivati, chiarisco, da una struttura che sappia essere ancora appetibile. E allora, arrivo al dunque, sarebbe opportuno avviare una seria discussione circa il futuro della struttura e, al contempo, garantirne la sopravvivenza . Memori di un Centro di Carico Intermodale abbandonato e vetusto, ma anche di un Mercato Coperto che, con fatica, resiste all’incedere del tempo, dovrà essere compito della politica studiare valide formule di partecipazione attiva e poi dare un futuro condiviso all’ex Fiera.
Sarà importante, però, non perdere tempo. Perché quel futuro dovrà necessariamente passare dal presente.
Sen. Pietro Iurlaro (ALA)
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