Nella notte tra lunedì e martedì, la nave Visalli della Guardia Costiera ha attraccato al porto di Brindisi, riportando in Italia i sette migranti, cinque di origine bengalese e due egiziani, precedentemente trasferiti in Albania presso il centro di Gjadar. Questo rimpatrio è avvenuto in seguito alla decisione del tribunale di Roma di sospendere la convalida del loro trattenimento, rimettendo il caso nelle mani della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per una valutazione più approfondita.
L’arrivo dei migranti in Italia è legato al dibattito acceso sulle strutture albanesi, volute dal governo italiano per accogliere temporaneamente persone migranti soccorse nel Mediterraneo. La decisione del tribunale segna la seconda volta che il centro di Gjadar si svuota: già il 18 ottobre scorso, un primo gruppo di migranti trasferiti in Albania era stato rimpatriato dopo una sentenza simile.
Appena arrivati a Brindisi, i sette migranti sono stati condotti in un centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) a Restinco. Qui potranno seguire il consueto iter per l’esame delle loro richieste d’asilo. La commissione territoriale aveva già respinto le domande di protezione internazionale di cinque di loro, esaminate attraverso la procedura accelerata. Questi migranti avranno 14 giorni per presentare ricorso contro il rigetto. La posizione degli altri due, invece, è ancora in attesa di una valutazione.
L’episodio ha inasprito ulteriormente il confronto tra il governo e la magistratura, che si trovano su posizioni opposte riguardo alla gestione dei migranti e ai centri albanesi. La sospensione della convalida del trattenimento, in attesa del parere della Corte di Giustizia europea, apre un nuovo capitolo in questo dibattito politico e giuridico.
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