May 9, 2025

Federica Masi (Delegata alla cultura FI Brindisi): “Ancora una volta ci troviamo dinanzi a un’opera di strumentalizzazione da parte dell’ANPI, che avvia sotto mentite spoglie una spesa solidale per le famiglie più disagiate, contattate direttamente dal Comitato. La spesa solidale, che vuole dimostrarsi un gesto gentile e nobile , viene però etichettata come antifascista e resistente, con l’intento di minimizzare l’impegno di altri organismi territoriali e sponsorizzare posizioni politiche.
È subdolo, in un momento così delicato quanto fragile per il nostro paese, dover assistere a gare di solidarietà, che sfruttano la storia per distinguere l’impegno dell’ANPI da quello di tutte le altre persone, che silenziosamente si mobilitano per assicurare i beni essenziali ai cittadini bisognosi. Non meraviglia questo comportamento, che di solidale ha ben poco, proprio in un periodo in cui ognuno di noi è tenuto a collaborare secondo il buon senso e il rispetto, senza secondi fini. Inoltre, risulta fuori luogo parlare di giorni partigiani durante un’emergenza sanitaria, ben diversa da fatti giacenti nei libri di storia. Nel 2020, è attacco sterile speculare su una crisi economico sociale per reintrodurre discordie storiche, che tali devono rimanere. Firmarsi antifascisti non è più ammissibile in una realtà del tutto diversa e lontana da ciò che è avvenuto in passato. Si spera, altresì, che non vengano applicate ulteriori distinzioni nel trattamento dei cittadini, in base ai colori politici”

Di seguito l’intervento di Massimo Ciullo – consigliere comunale:
Ho letto della pubblicizzata iniziativa dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) relativa alla spesa solidale per “chi ha perso il lavoro precario e per le famiglie in serie difficoltà economiche”. Iniziativa lodevole se non fosse per la caratterizzazione ideologica e acrimoniosa datale dagli organizzatori dell’ANPI.
Che bisogno c’era di definirla “spesa antifascista e resistente nei #giornipartigiani”?
Non mi risulta che il Coronaviris o COVID-19 sia un virus fascista. Al contempo io stesso mi sono indignato quando ho sentito dire da altri che il virus fosse una creazione di presunti cinesi comunisti o che fosse stato diffuso dagli immigrati di origine africana.
Com’è possibile che, da una parte o dall’altra, ci sia sempre, anche dinanzi ad una tragedia globale, lo stesso triviale clima da tifoseria, che in questo caso specifico viene alimentato dall’ANPI?
Non lo so, ma l’ANPI che farà durante la distribuzione della spesa ai disagiati, chiederà quale idea politica coltivano? E se non sono antifascisti allora non si consegna loro la spesa?
Non credo che i tanti medici caduti sul campo in questi giorni mentre prestavano servizio chiedessero ai malati la tessera di partito o quale ideologia politica avessero.
Altrettanto, i sacerdoti che sono morti in prima linea, accanto ai malati, hanno innegabilmente assistito tutti, senza distinzione di religione.
Quindi l’ANPI ci ripensi nell’usare un linguaggio che di solidale ha ben poco e si sforzi, piuttosto, di manifestare una solidarietà priva di discriminazioni ideologiche. In questo momento così grave, certe ostentazioni di appartenenza faziosa dovrebbero suscitare solamente un sentimento di vergogna”.
Massimo Ciullo

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