Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Gabriele Greco in risposta all’articolo di Gabriele D’Amelj Melodia apparso il 25 novembre scorso su Brundisium.net.
Gentile sig. D’Amelj Melodia,
per quanto mi riguarda, non faccio l’organizzatore di eventi per professione e la mia occupazione principale rimane quella del musicista.
Quella di ieri sera è stata la seconda occasione in cui mi sono cimentato da par mio nella cura di tutti gli aspetti organizzativi di un concerto a Brindisi, e le assicuro che le cose da tenere sotto controllo e da “incastrare” sono tante.
Quando ho iniziato a muovermi per la pianificazione, tra luglio e agosto scorsi, certamente non ero a conoscenza che nello stesso giorno ci sarebbe stata anche “La Vedova Allegra” al Teatro Verdi, altrimenti avrei in prima persona pensato a un’altra data. È vero, questa volta c’è stata una sovrapposizione con l’Associazione Nino Rota ma, suvvia, non è mica una guerra tra eventi culturali e, per fortuna, queste concomitanze non avvengono sempre: non facciamone una tragedia!
D’altro canto, è impensabile credere che in una città ogni manifestazione culturale possa sempre avere l’esclusiva sulle altre. Anzi, dal mio punto di vista, una maggiore possibilità di scelta per il pubblico rappresenta un fermento culturale che è sempre auspicabile.
In merito alla scelta dell’orario, cerco di immedesimarmi nello spettatore medio che potrebbe venire ad assistere al concerto. Penso a coloro che finiscono di lavorare nel tardo pomeriggio, o anche più tardi, come chi gestisce un’attività commerciale. Per cui, la fascia oraria intorno alle 20.00 mi sembra più che ragionevole per poter mettere d’accordo un po’ tutti, considerando anche il fatto che era un sabato sera.
Come le avevo già scritto, per motivi organizzativi e altre ragioni che non sono tenuto a spiegare, non mi era possibile modificare la data del concerto. In seguito – con una certa “tenacia”, devo dire – mi ha posto la sua richiesta di anticipare l’inizio alle 18.30 in modo da permettere la partecipazione a entrambi gli spettacoli.
In tutta onestà, non credo che molte persone, dopo aver ascoltato un concerto di musica da camera, sarebbero anche andate al Verdi per assistere all’operetta (lo stesso dicasi se l’ordine degli eventi fosse stato il contrario).
Sono invece convinto che, se avessi spostato l’orario come da suo suggerimento, avrei ricevuto osservazioni di segno opposto alla sua, come già accaduto in passato, del tipo “a quell’ora non ce la faccio, perché non si fa più tardi?”.
In sostanza, ho operato una scelta che evidentemente lei non ha condiviso, ma questo non mi sembra così catastrofico.
Prendo spunto proprio dalla “Nino Rota” per un’ulteriore considerazione. Avrà sicuramente avuto occasione, caro D’Amelj Melodia, di leggere il cartellone di “Brindisi Classica”.
Ebbene, tutti gli spettacoli iniziano alle 20.00 o alle 20.30 e non mi pare che qualcuno si sia mai lamentato.
Come vede, non sono l’unico a pensarla in un certo modo e le assicuro che non è una scelta che si applica solo a Brindisi.
Per questo motivo la parola “sadicamente” nel suo scritto mi è parsa quanto meno fuori luogo.
Riguardo a quanto sostenuto da lei, cioè che in molte città si tengano concerti tra le 17.00 e le 20.00, le posso dire che non è un dato da prendere per assoluto.
Parlo esclusivamente per esperienza personale, sia da esecutore che da spettatore, ma posso ragionevolmente dire che questo mi è capitato nel 20-30% dei casi, quasi sempre in luoghi che magari non possono rimanere aperti fino a tardi.
Concludo ponendole una domanda sull’argomento “cena”. Sul serio stiamo disquisendo su quando vadano fissati gli spettacoli per una mera questione culinaria? Addirittura lei parla di “spettatori indispettiti dallo stomaco vuoto”!
A meno che non siamo tutti improvvisamente regrediti all’età neonatale, quando si ha bisogno dei pasti a un’ora fissa, a me non è mai capitato di vedere il pubblico in sala col broncio perché sta pensando a un succulento piatto di pasta fumante o ad altri gustosi manicaretti.
Parliamoci chiaro: nessuno di noi, per vari motivi, va ad assistere tutte le sere ad un evento culturale (magari si potesse!). Una volta ogni tanto, la pancia può anche passare in secondo piano, non trova?
Gabriele Greco
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