I circa 60 migranti attualmente ospitati presso il dormitorio di via Provinciale San Vito, a Brindisi, saranno trasferiti nella struttura confiscata alla criminalità organizzata di Restinco. Lo ha annunciato l’assessore ai Servizi sociali, Ercole Saponaro, durante una riunione della commissione consiliare presieduta da Maurizio Colella.
La decisione è stata assunta a causa dello stallo nei lavori per la riqualificazione del dormitorio, che avrebbe dovuto essere trasformato nella “Casa delle Culture”, un progetto finanziato con oltre 1,5 milioni di euro dai fondi Pon Legalità 2014-2020.
La nuova struttura avrebbe dovuto ospitare migranti in spazi più vivibili, favorendo inclusione sociale e momenti di socializzazione, ma problemi tecnici hanno bloccato l’iniziativa.
Il trasferimento a Restinco, che ospiterà fino a 80 persone, garantirà condizioni di vita più dignitose rispetto alle attuali tendopoli nel piazzale del dormitorio.
La gestione del trasferimento sarà effettuata dagli uffici comunali con il supporto dei ministeri competenti. Sono previsti interventi per garantire collegamenti con la città e servizi collaterali per i nuovi ospiti.
Resta da decidere il futuro dell’immobile di via Provinciale San Vito. L’idea di trasformarlo in una Casa delle Culture sembra ormai accantonata. Alcuni consiglieri, tra cui Riccardo Rossi, ex sindaco e promotore del progetto, si interrogano sul destino dei fondi stanziati e chiedono chiarezza sul riutilizzo dell’immobile.
Tra le proposte avanzate c’è anche quella di demolire la struttura per valorizzare la storica Fontana Tancredi, situata nelle vicinanze, o destinarla a un centro per situazioni di povertà estrema.
La commissione consiliare sarà riconvocata nei prossimi giorni per fornire aggiornamenti sulla destinazione dei fondi e sul futuro dell’edificio.
Critica la posizione di Gabrio Toraldo, Segretario Generale Flai Cgil Brindisi che parla di “decisione inconcepibile e non condivisa”.
Per Toraldo “i 60 immigrati tutti lavoratori con regolare permesso di soggiorno che non riescono loro malgrado a trovare un alloggio dignitoso nella Provincia si troveranno da subito ad essere trasferiti in estrema periferia o meglio nelle campagne limitrofe.
Proprio mentre in Prefettura si sta attuando la sottoscrizione di un protocollo anticaporalato e sfruttamento in agricoltura ma anche e soprattutto di diritti ed integrazione.
Il Comune sempre presente alle riunioni alla presenza del giudice De Nozza e del Vice Prefetto Dott.ssa Olivieri si è ben visto nel proclamare una decisione che avrebbe sicuramente fatto discutere e non avrebbe trovato il supporto degli attori presenti al Tavolo.
Parliamo di integrazione o di isolamento dichiara Gabrio Toraldo Segr. Gen Flai Cgil Brindisi, perchè la decisione di isolare una comunità di lavoratori per errori di qualcuno proprio non la accettiamo se mai fosse vera quest’ultima motivazione trapelata da alcune dichiarazioni.
Ed ancora lo sperpero di denaro pubblico, l’amministrazione comunale ha prima investito decine di mila euro per creare delle tendo strutture sotto dimensionate e fatte male da noi denunciate per poi abbatterle e togliere totalmente la struttura.
Immaginiamo che sia stato un progetto che questa amministrazione avesse sin dall’inizio del suo mandato ma che sicuramente non avrà il nostro supporto .
La Flai da sempre al fianco dei lavoratori lancia l’immediata richiesta di ripensamento sulle decisioni prese e di condividere un percorso costruttivo e non distruttivo di integrazione.
“Portare i lavoratori in luoghi di residenza al di fuori del contesto cittadino e di integrazione può solo vanificare un percorso che da mesi stiamo provando a metter in piedi e non accettiamo di essere non presi in considerazione con decisioni unilaterali”.
La Flai Cgil di Brindisi fa sapere che chiederà il ritiro del provvedimento.
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