A Torre Santa Susanna è scoppiata una vivace polemica attorno al manifesto scelto per pubblicizzare il passaggio del Giro d’Italia. L’immagine ritrae di spalle una giovane donna in topless e pantaloncini rosa, con il fondoschiena in primo piano adagiato sulla sella di una bicicletta, accompagnata dallo slogan: “Dietro ogni curva un sogno rosa”. Un’immagine che ha immediatamente diviso l’opinione pubblica, sollevando critiche per sessismo da un lato e difese artistiche dall’altro.
A dare fuoco alle polveri è stata Emergency, che ha chiesto la rimozione del manifesto ritenendolo “inappropriato” e citando l’articolo 23 del Codice della Strada, che vieta messaggi pubblicitari sessisti o lesivi della dignità. “Il rispetto dei diritti delle donne deve essere una pratica quotidiana”, ha ribadito l’organizzazione.
Anche esponenti politici locali e nazionali si sono espressi duramente. Il deputato del Partito Democratico Claudio Stefanazzi ha attaccato il sindaco Michele Saccomanno definendo la sua scelta “la peggiore possibile” e assegnandogli sarcasticamente “la maglia rosa della vergogna”.
Il Partito Democratico e i Giovani Democratici di Torre hanno preso posizione congiunta dissociandosi “dal modo in cui è stata pubblicizzata la donna nel manifesto apparso in questi giorni nel Comune, recentemente diffuso in occasione del passaggio del Giro d’Italia, un evento sportivo di portata nazionale e simbolo di valori come l’inclusione, la passione e la condivisione.
Apprendiamo della buona fede di chi ha creato tale pubblicità ma, nel 2025, non è condivisibile in qualsiasi contesto ogni strumentalizzazione del corpo femminile. È nostro dovere, come forze politiche impegnate per l’uguaglianza e il rispetto dei diritti, denunciare con forza ogni linguaggio o gesto che alimenti stereotipi di genere. Rinnoviamo il nostro impegno per una società più giusta, dove il rispetto e la parità siano valori concreti e quotidiani.
Il rispetto delle donne non è un’opinione”.
Altrettanto dura la nota di Alleanza Verdi e Sinistra della provincia di Brindisi, che ha parlato di “comunicazione sessista non solo nell’immagine, ma anche nel testo”.
“È raccapricciante – si legge nella nota – che, ancora oggi, si pensi di strumentalizzare l’immagine della donna per veicolare un messaggio volgare e violento, che nulla ha a che fare con il Giro d’Italia, emblema storico di un’immagine italiana della bellezza e della condivisione. Riteniamo che questo modo di comunicare sia un’offesa per l’etica di tutte le donne e di tanti uomini.
Basiti da cotanta miopia che richiama a un’idea maschilista e patriarcale dell’Italia, ribadiamo la nostra totale avversione rispetto a tale modo di fare politica e invitiamo il sindaco a rimuovere i manifesti e utilizzare un messaggio più consono alla circostanza per festeggiare il passaggio del Giro d’Italia”.
Di tutt’altro tenore la posizione dell’autrice della fotografia, Mimma Petarra, che ha difeso il proprio lavoro come simbolo di “libertà, passione e sport”, accusando i critici di aver distorto il significato dell’immagine.
A chiudere il cerchio è stato il sindaco Michele Saccomanno, che ha respinto le accuse con una lunga dichiarazione. Ha chiarito che il manifesto non è stato commissionato dal Comune, ma esposto in quattro esercizi commerciali privati. Ha parlato di “libera espressione artistica” e di “apprezzamento” da parte della cittadinanza, respingendo la lettura sessista come una forzatura. Non sono mancate le stoccate agli avversari politici: Emergency è stata accusata di aver citato in modo improprio il Codice della Strada mentre Stefanazzi è stato liquidato come “illustre sconosciuto” e ringraziato “a nome di tutta la cittadinanza, e con un po’ di presunzione anche a nome di FDI, per la maglia rosa della vergogna : continuerò a difendere ogni diritto di libertà anche per lui e per Emergency . E’ stato comunque un buon esercizio di libero confronto per la comunità torrese. Evviva il Giro d’Italia”.
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