Nei giorni scorsi l’Ufficio stampa della Happy Casa Brindisi ha comunicato i primi due nuovi acquisti.
Si tratta di Jordan Bayehe, ala/centro camerunense di formazione italiana, e Bruno Mascolo, playmaker ex Tortona.
Entrambi hanno siglato un contratto biennale.
Vediamoli più da vicino:
Nato il 16/10/1999 a Yaoundè – di 204 cm per 94 kg – Jordan Bayehe è cresciuto nel settore giovanile della Stella Azzurra Roma affrontando le prime esperienze da professionista a Roseto (2018-2020) e Cantù (2020-022). Nella seconda stagione in Legadue ai Roseto Sharks si guadagna con 11.6 punti e 7.1
rimbalzi la nomina di miglior Under 21 del campionato.
Il debutto in Serie A avviene alla Pallacanestro Cantù, dove si mette in mostra nella massima serie e registra il career high da 16 punti più 13 rimbalzi e 28 di valutazione nella vittoria su Cremona. La scorsa annata registra una media di 8.5 punti e 5.5 rimbalzi in A2, sfiorando la promozione sfumata in gara cinque della finale playoff.
Convocato per la prima volta lo scorso anno dal Camerun, è tutt’ora stabilmente impiegato in nazionale maggiore in vista delle qualificazioni alla FIBA World Cup 2023.
Il suo idolo è sempre stato Samuel Eto’o, lo sport più praticato e conosciuto nel suo paese è di gran lunga il football e con gli amici giocava da portiere imitando N’Kono, nato e cresciuto nella tradizione degli ‘Leoni Indomabili’ di Italia ’90. Le premesse non farebbero credere alla presentazione di un giocatore di pallacanestro ma per Jordan Bayehe il destino ha riservato un lungo percorso tortuoso, fatto di grandi sacrifici, svolte inaspettate e il coronamento di un sogno. Dal Camerun all’Italia, da Cantù a Brindisi: benvenuto in biancoazzurro JB!
La storia di Jordan parte dalla sua città natale di Yaoundè, capitale del Camerun con due milioni di abitanti e altrettante contraddizioni. Sesto di ben otto fratelli, all’età di 13 anni può contare già su 198 centimetri che gli consentono di catturare l’attenzione di Roger Dassi, allenatore di pallacanestro e fondatore dell’academy ‘Africans Can Play Basketball’. “Mi fermò per strada e mi propose di allenarmi con lui già il giorno dopo – racconta il neo biancoazzurro – ma dovevo finire il mio percorso di studi e solo a distanza di mesi cominciò a bersagliarmi con messaggi e telefonate. Lo apprezzai molto. A quel punto decisi di provare a prendere in mano per la prima volta un pallone di basket e insieme a mio fratello cercai un video tutorial. Ricordo di aver guardato la gara delle schiacciate NBA, quella in cui Griffin saltava una macchina. Wow, ero a dir poco elettrizzato”.
Ecco, in realtà il primo allenamento non andò esattamente così. Due ore sotto il caldo cocente, alle due del pomeriggio, di sola preparazione atletica e fisica. “Un incubo, tornai a casa certo che quello fosse il mio primo e ultimo allenamento”. Coach Dassi impiegò diverse ore per convincerlo a tornare sui suoi passi ma mai scelta fu più azzeccata. La distanza dal campo di allenamento e i ritmi sempre più serrati0 non fermarono il suo entusiasmo. I fratelli di Jordan contribuiscono economicamente a pagargli i taxi per i viaggi di andata/ritorno, i genitori credono nelle sue potenzialità e l’intera famiglia lo segue e trascina nelle sue ambizioni. Giorno dopo giorno, quel ragazzino di quasi due metri cresce a vista d’occhio prendendo confidenza con il pallone e con i suoi mezzi. E non fu il solo ad accorgersene, diversi scout cominciarono a tenerlo d’occhio e il procuratore Maurizio Balducci riuscì a organizzare nel febbraio 2015 un provino in Italia.
“Andò bene, tornai a casa e il 12 aprile ottenni il visto da studente. Ero impaziente e felice di partire per l’ltalia, mi sembrava di sognare. Poi, quando mancavano un paio di giorni, mi assalì un po’ di paura. Lasciavo casa, gli affetti più cari per qualcosa di nuovo. Dopo poche settimane capii di aver fatto la scelta giusta”. La Stella Azzurra Roma, società all’avanguardia nel settore giovanile, decide di investire su di lui. Bayehe completa la trafila e acquisisce la formazione italiana.
Dal 2018 al 2020 si trasferisce a Roseto alla prima vera esperienza da atleta professionista e per il successivo biennio approda alla Pallacanestro Cantù dove fa il suo esordio nella massima serie in Serie A. Alla terza giornata di campionato si propone un duello sotto le plance tra l’esordiente Bayehe e il veterano Scola: “L’avversario più duro mai affrontato, riusciva a leggere ogni mossa un secondo prima”. Nella seconda parte della stagione la crescita è vistosa sotto la guida di coach Bucchi tanto da firmare due doppie doppie da 16 punti + 13 rimbalzi contro Cremona e 16 punti + 11 rimbalzi contro Venezia.
Nel febbraio 2021 il cerchio della vita compie la sua curva finale. Jordan viene convocato per la prima volta in nazionale maggiore camerunense per le qualificazioni ad Afrobasket. Sede delle partite, Yaoundè, casa sua. La prima vera occasione per rivedere la sua famiglia a distanza di sei anni da quando fece le valigie per partire in Italia. “Un’emozione indescrivibile. Al palazzetto era ammesso un numero limitato di persone e loro sono riusciti a entrare: per la prima volta mi hanno visto giocare dal vivo, ero davvero emozionato”.
L’esperienza di Jordan con il Camerun è destinata a continuare, trovando sempre più spazio nelle ultime uscite: “Quando ero piccolo nessuno conosceva il basket nel mio paese. Grazie all’ascesa di campioni NBA del calibro di Mbah a Moutè prima e Embiid e Siakam più recentemente, la pallacanestro sta avendo sempre più spazio. Tra qualche anno vorrei riuscire a aiutare i ragazzini africani per avere una possibilità nella pallacanestro che conta. Creare una struttura di supporto che possa garantire loro un percorso come è stato il mio”.
Bruno Mascolo, Playmaker classe 1996, si è messo in luce nelle ultime due stagioni a Tortona dove ha conquistato la Serie A da MVP della semifinale e finale playoff (20 punti nella decisiva gara 5 e 13.6 punti, 4.5 rimbalzi, 3.7 assist di media in campionato) contribuendo alla grande ascesa della Bertram
Derthona protagonista da neopromossa con la finale di Coppa Italia e la semifinale playoff LBA (career high stagionale da 21 punti e 25 di valutazione a gennaio).
Annate da protagonista che gli valgono la prima convocazione in Italbasket a novembre, completando un percorso iniziato dalla Serie C alla Nuova Polisportiva Stabia passando per la PMS e Auxilium Torino (promozione in Serie A nel 2014/15), Agrigento, Latina, Siena, Napoli e Jesi.
Dai cortili di Castellamare di Stabia, ai vertici della massima serie italiana. E non è un caso che la storia di Bruno Mascolo parta da lì, dai vicoli di quel comune in provincia di Napoli di poco più di 60 mila abitanti che ha dato origine a due playmaker azzurri protagonisti negli ultimi anni, seppur di due generazioni differenti. Peppe Poeta, appena ritiratosi dal basket giocato e Bruno Mascolo, pronto a raccogliere il testimone made in Castellamare per la Lega A.
“Ricordo che quando ho iniziato giocando nel mio cortile, dove avevamo il canestro – racconta il playmaker – facevamo un’ora e mezzo lì in cortile e poi al campetto per un’altra ora e mezzo di allenamenti, tornavamo e giocavamo ancora. Eravamo sempre con una palla a spicchi in mano. Di quel periodo non rimpiango niente, e le amicizie che ho sviluppato all’epoca me le porto ancora tutte dietro, e si sono anzi consolidate col tempo”
Il primo vero passaggio cruciale della vita di Bruno è a 15 anni, quando decide di trasferirsi a Torino per dedicarsi anima e cuore alla pallacanestro “Facevo fatica ai primi tempi, ma la mia famiglia è stata super presente garantendomi tranquillità alla mia prima vera esperienza lontano dai miei affetti. Mi spronavano a continuare con lo studio e devo ringraziarli tutt’ora. Sono iscritto alla facoltà di odontoiatria, da buon figlio di un padre dentista, e con calma cerco di collimare esami e partite”.
L’esordio in A2 avviene con coach Pillastrini davanti a più di tre mila persone, quello in Serie A quattro anni più tardi avverrà contro Milano mostrando faccia tosta e personalità: roba per pochi, non per cuori deboli. Durante le sue esperienze fra Agrigento, Latina, Siena, Napoli e Jesi aggiunge sempre più bagaglio tecnico e cestistico al suo ricco background ma è con la canotta azzurra dell’Italia che completa il percorso giovanile e non solo.
Nel 2014 fa parte della selezione Under18 che vince la medaglia d’oro al torneo di Mannheim battendo in finale gli Stati Uniti d’America. Un’impresa che ancora oggi resta fissa e indelebile. Nel 2019 nella sua Napoli partecipa alle Universiadi “davanti ai miei amici, alla mia famiglia ed ai 45 mila del San Paolo il giorno della cerimonia d’apertura. Mi tornano i brividi solo a ripensarci, un’emozione unica” e poco dopo parte per la Cina per disputare il Mondiale 3 vs 3, qualcosa di anomale per un giocatore professionista a buoni livelli ma rivelatosi un quid in più: “Uno sport completamente diverso soprattutto nella preparazione e nei contatti uno contro uno – spiega Mascolo – mi ha aiutato molto e mi ha fatto crescere nelle letture e decisioni veloci da prendere, ha sicuramente influenzato il mio modo di giocare. E poi ci siamo ci siamo classificati tra le migliori otto al mondo..”.
Un leone e come tale approda a Tortona, squadra che gli cambierà la vita cestistica vincendo una Supercoppa e soprattutto conquistando la promozione in Serie A da MVP della semifinale e finale scudetto vinta a gara 5 a Torino dove realizza 20 decisivi punti. E il continuo lo conosciamo bene nell’annata appena conclusa, protagonista in campo del percorso da vera sorpresa del campionato con la finale di Coppa Italia e la semifinale scudetto.
“Ho ricevuto tantissime porte in faccia ma non ho mai mollato, anzi le delusioni mi hanno reso più forte – commenta l’atleta classe 1996 – l’approccio al mondo senior è stato molto duro ma aver lavorato duro ha dato i suoi frutti”.
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