Nel gennaio 2017 si era proposto con un testo legato a una fiction di grande successo, ovvero, le avventure di un gruppo di ragazzini provati dalla vita da subito. Il titolo era “Sono tornati i braccialetti rossi”, pubblicazione che ha avuto un ottimo riscontro da parte dei lettori distribuiti in diverse fasce anagrafiche. Questa volta si cambia registro. Lo scrittore cegliese Parisi ha deciso di virare verso un argomento lontano dal target precedente. Tuttavia, l’abbandono del gruppetto caro allo spagnolo Albert Espinosa non elimina l’indagine sociale sottesa all’opera del romanziere di origini pugliesi.
Il figlio del drago
Infatti, nel volume “Il figlio del drago” (Editrice GDS, pagine 224, distribuzione Mondadori) pubblicato il 10 gennaio 2018, l’interesse per i piccoli personaggi che si muovono in uno scenario ospedaliero cede il passo a un’attenzione allargata a un ambito maggiore. Quello della società del terzo millennio. Il libro vuole essere il tentativo di mettere in chiaro, fin dove possibile, la verità sulla cosiddetta modernità applicata al sociale. Insomma e fuor di metafora, si cerca di capire se l’emancipazione così sbandierata da buona parte degli osservatori sociali sia un dato metabolizzato o, piuttosto, solo un’illusione di passaggio. E che, ancora, tanto resta da costruire.
Il tentativo di razionalizzare
A chiarire questo ultimo punto, aiuta un passo estrapolato dal romanzo:
«Non è questione di razzismo. Semplicemente, dopo tutto quello che abbiamo sudato vogliamo tenere fuori gente che potrebbe portare sbandamenti nella nostra comunità» si giustificò la voce. Il piccolo capostazione della piccola stazione del piccolo paese, aggiunse: «A proposito di stranieri, proprio oggi ne è arrivato uno. Non è nero. Tuttavia, per me, è un extracomunitario. Magari uno dell’est… che poi è la stessa cosa di quelli che sbarcano a Lampedusa. Secondo me è un rumeno.»
Va da se, che si è di fronte a un argomentare che nasconde in maniera maldestra un atto di egoismo. Anche se con le caratteristiche di un’auto difesa. Nel libro “Il figlio del drago” si muovono diversi personaggi. Fra i salienti si citano July, Hans, il maresciallo, il sindaco, Giulia. Tutti rappresentativi dell’attuale società. E di quella proiettata nell’immediato futuro. Il protagonista, invece, prende il nome di Vlad Dracul. Un omaggio, sostanzialmente, a Bram Stoker e alla sua opera più conosciuta, “Dracula”.
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