May 3, 2025

Si alza il sipario sul «Nabucco» di Giuseppe Verdi, secondo titolo in cartellone della stagione lirica per la direzione artistica di Carlo Antonio De Lucia. Dopo l’acclamata première de «Il Barbiere di Siviglia», il Teatro Verdi di Brindisi fa gli onori di casa al capolavoro per eccellenza del «Cigno di Busseto», venerdì 27 marzo (ore 20.45), con la regia dello stesso De Lucia. A dirigere l’Orchestra sinfonica sarà Francesco Ledda, «bacchetta» protagonista di numerose produzioni operistiche e concertistiche nel mondo.

 

In scena il baritono olandese Bastiaan Everink nel ruolo di Nabucco, un passato da soldato in prima linea nella guerra del Golfo agli inizi dei Novanta, poi una seconda vita nei teatri d’opera internazionali fin da ultimo alla «Deutsche Oper Berlin». Sul palcoscenico con l’interprete del feroce re babilonese il soprano tarantino Antonia Cifrone (Abigaille), il basso venezuelano Ernesto Morillo (Zaccaria), il tenore macedone Gjorgi Cuckovski (Ismaele), il tenore Simon Dongiovanni (Abdallo), il baritono Emily De Salve (Sacerdote di Belo), il mezzosoprano Patrizia Patelmo (Fenena) e il soprano Annalisa Ragione (Anna). Canta il Coro Lirico di Lecce diretto da Andrea Crastolla.

 

Con il «Nabucco» Verdi cercava un successo che gli consentisse di recuperare dopo il disastro che fu la sua seconda opera, «Un giorno di regno» (1840), e dopo la perdita della moglie e dei figli Virginia e Icilio Romano («sono distrutto nell’anima… vuoto. Non scriverò più nulla. Non ho talento. Non ho niente da dire», aveva confessato). Con l’aiuto di due grandi cantanti – Giuseppina Strepponi (futura seconda moglie del compositore) e Giorgio Ronconi – la Scala si convinse a rischiare con la terza opera di Verdi. Fortunatamente per lui, la prima del marzo 1842 fu una vittoria completa e immediata, coronata da sessantacinque repliche nel primo anno di esecuzione.

 

Nabucco photoIspirata al salmo biblico nel quale il popolo d’Israele eleva al suo Dio struggenti preghiere perché il proprio tempio sia salvato dall’invasione degli eserciti Assiri guidati da Nabucco, l’opera è la trasposizione musicale del dolore di un popolo oppresso che aspira alla libertà. Le preghiere trovarono facile eco tra gli italiani oppressi dalla dominazione austriaca. Per questo è l’opera che più di ogni altra esprime i valori del Risorgimento italiano: la dignità di popolo, la fede in Dio e l’identità di patria.

 

«Nabucco» comprende nel terzo dei quattro atti il celebre coro degli schiavi di religione ebraica «Va, pensiero», che segnò la consacrazione di Verdi come bardo del Risorgimento. Si racconta che alla prima milanese il pubblico chiese un bis del celebre canto eroico sfidando il divieto istituito dagli Austriaci nel teatro d’opera, e da quel momento la fama patriottica di Verdi ebbe un’ascesa inarrestabile.

 

Bastiaan Everink (Nabucco) - ph Samuele VincentiProtagonista dell’opera è il coro, il popolo di Israele, prima schiavo poi finalmente libero: la storia d’amore tra Ismaele e Fenena fa da contorno a una vicenda cruenta, di piena attualità, a uno scontro tra religioni e culture diverse. «Nabucco» celebra la lotta per l’indipendenza dall’oppressione, un messaggio moderno e senza tempo. È un inno alla libertà e alla dignità di un popolo oppresso. «In questi giorni se ne avverte la straordinaria attualità – ha osservato il direttore Francesco Ledda – alla luce delle continue minacce alla civiltà in forma di attentati o di attacchi all’arte, alla storia e alla cultura dell’umanità. La musica di Verdi interpreta la soggezione e il desiderio di libertà di un popolo, sentimenti che vibrano in tutta l’opera. Il terzo e più risorgimentale dei melodrammi di Giuseppe Verdi ebbe l’effetto di infondere il sentimento nazionale negli italiani che amavano la sua musica».

 

Si comincia alle ore 20.45
Durata dello spettacolo: tre ore compresi intervalli (quattro atti)
Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it
Biglietteria online www.vivaticket.it
Tel. (0831) 229230 – 562554

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