Meridiani Puglia numero di Agosto 2015. “Sole, isole, sabbia e scogliere, respiro del Mediterraneo, spiagge” e ancora “poche regioni in Italia, vantano un folklore ricco come quello pugliese: feste, sagre, commemorazioni, riti”.
Quando si legge una rivista che si decide di acquistare, come accade per un libro, si cerca sempre qualcosa in cui riconoscersi.
Puglia, splendida terra, di storia, di luce e di vento.
Scorci di mare e terra rossa, di muri e anfratti , di natura e di arte.
Continuo a sfogliare. “I palazzi e le chiese barocche di Lecce, Gargano – eden sull’adriatico, Dolce cuore di pietra – alla scoperta della Valle d’Itria, L’Ottagono di Federico, Bari Vecchia e la tradizione di San Nicola” e altra storia e fortezze e natura.
Meridiani pubblica anche una mappa delle località marine in Puglia, da Marina di Chieuti sul Gargano a Ginosa Marina, ne conta 158 in totale, spiegando che non sono certo tutte, ma rappresentano un campione esauriente della straordinaria offerta estiva della Regione.
Ovviamente l’occhio cade subito sulla provincia di Brindisi.
Le località sono tutte numerate, n. 75 Torre Guaceto, n. 76 Lendinuso.
In mezzo il nulla, 67 chilometri di costa deserti.
Di questi, 59 sono di pertinenza del Comune di Brindisi, e se pure si escludono i 21 occupati dall’area portuale da Punta Riso a Punta di Torre Cavallo, diventano 38, aggiungendo poi quelli dei Comuni di S. Pietro V.co e Torchiarolo diventano 45.
Quindi 45 chilometri ignorati dalle mappe di una splendida terra.
Qual è l’arcano?
Mi tornano in mente i pensieri di sempre, a cui si aggiungono ogni giorno nuovi spunti di riflessione e amare constatazioni.
Come la recente notizia sullo stallo di un PUG atteso da 35 anni, o di un Piano comunale della Costa ancora in bozza nonostante gli adempimenti previsti da una legge regionale del 2006.
Di un’area SIN che non ha avviato nessuna bonifica, del progetto Waterfront che vede cantieri perenni, di una città che fa “oohhh” ad ogni turista avvistato sulla banchina come fosse un marziano mentre crociati e ballerini di pizzica appaiono alle tre del pomeriggio con 40 gradi all’ombra (turisti che sicuramente fanno “oohhh” anche loro e andranno via pensando che siamo tutti pazzi).
Una città d’arte, con un porto magnifico e due castelli sul mare, dove le pulizie urbane che dovrebbero essere ordinarie diventano straordinarie e meritano annunci di vanto con comunicati stampa, dove cadono alberi per strada in una giornata di sole e senza vento e si finisce in ospedale inciampando in buche e marciapiedi sconnessi.
Una città che a sud ha devastato chilometri di costa con l’industria e a nord conta innumerevoli ruderi lasciati lì a marcire (che forse bastava demolirne uno all’anno, ma pure ogni due, per restituire minima dignità a un territorio) insieme ai lidi in cemento che soddisfano a mala pena i residenti e non hanno certo posto per accogliere un turista.
E poi, perché mai un turista dovrebbe venire da queste parti?
Facile svelare l’arcano, direi ovvio.
Ma in pochi sembrano rendersene conto.
Forse è ora di svegliarsi e guardarsi intorno.
Ida Santoro
No Comments