July 27, 2024

Brundisium.net

Le polemiche di questi giorni che riguardano il programma estivo del Comune di Brindisi “Made in Brindisi”, hanno portato alla ribalta un argomento, quello delle esibizioni dei gruppi locali, che fino a poco tempo fa era custodito solo nella cosiddetta nicchia e nella visione degli appassionati e musicologi della città.

 

Ci sono situazioni che colpiscono così tanto da sospendere il pensiero, come quando ci si sofferma a leggere e rileggere più volte per cogliere il senso più profondo, dai comunicati ai commenti sui social e sui giornali on line.

Forse ancora in pochi riescono a conservare una propria autenticità e sono quegli artisti e cittadini liberi da modelli preconfezionati e dall’animo tenace che tirano dritto per la loro strada senza condizionamenti e con grande coerenza.

 

La storia culturale di Brindisi, fin dagli anni ’50, ha offerto momenti importanti di straordinaria intensità creativa attraverso la pubblicazione di dischi ed opere editoriali e spettacoli teatrali che hanno attraversato intere generazioni, quelle più attente e non discriminanti.

Un mondo di strumenti musicali, collaborazioni inaspettate in un vasto campionario di vitalità ed energia che ha creato radici, regalato emozioni e offerto progetti validi.

Splendidi intrecci sommersi dove la politica ha sempre vissuto con colpevole distacco tutte le novità e le speranze che germogliavano nel sottobosco urbano, certamente più civile rispetto al piano superiore.

Un movimento schietto e facce pulite, riconosciuto e apprezzato su tutti i più noti mensili musicali italiani.

Si, questa è Brindisi!

 

Oggi, chi tenta di saltare su questo treno in corsa per farlo deragliare, ha vita breve.

La musica, la cultura conservano valori inimmaginabili. La sensazione negativa di questi giorni sarà destinata a passare.

La cosiddetta Città Emergente ha ancora bisogno di continuare a esplorare territori musicali e reinventarsi da cima a fondo con grande spirito di collaborazione e partecipazione, così come ha sempre fatto.

La musica non è politica becera. La storia insegna che c’è sempre un’opportunità per tutti. Bisogna continuare a proteggere questa straordinaria bellezza e per quanto possibile, a respirare note, creare emozioni.

 

Le passioni collettive, i sogni comuni, le speranze comunitarie devono continuare ad esistere insieme a quelle Istituzioni che vorranno valorizzare le risorse più creative e coraggiose sul territorio.

 

MARCO GRECO

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