Le polemiche di questi giorni che riguardano il programma estivo del Comune di Brindisi “Made in Brindisi”, hanno portato alla ribalta un argomento, quello delle esibizioni dei gruppi locali, che fino a poco tempo fa era custodito solo nella cosiddetta nicchia e nella visione degli appassionati e musicologi della città.
Ci sono situazioni che colpiscono così tanto da sospendere il pensiero, come quando ci si sofferma a leggere e rileggere più volte per cogliere il senso più profondo, dai comunicati ai commenti sui social e sui giornali on line.
Forse ancora in pochi riescono a conservare una propria autenticità e sono quegli artisti e cittadini liberi da modelli preconfezionati e dall’animo tenace che tirano dritto per la loro strada senza condizionamenti e con grande coerenza.
La storia culturale di Brindisi, fin dagli anni ’50, ha offerto momenti importanti di straordinaria intensità creativa attraverso la pubblicazione di dischi ed opere editoriali e spettacoli teatrali che hanno attraversato intere generazioni, quelle più attente e non discriminanti.
Un mondo di strumenti musicali, collaborazioni inaspettate in un vasto campionario di vitalità ed energia che ha creato radici, regalato emozioni e offerto progetti validi.
Splendidi intrecci sommersi dove la politica ha sempre vissuto con colpevole distacco tutte le novità e le speranze che germogliavano nel sottobosco urbano, certamente più civile rispetto al piano superiore.
Un movimento schietto e facce pulite, riconosciuto e apprezzato su tutti i più noti mensili musicali italiani.
Si, questa è Brindisi!
Oggi, chi tenta di saltare su questo treno in corsa per farlo deragliare, ha vita breve.
La musica, la cultura conservano valori inimmaginabili. La sensazione negativa di questi giorni sarà destinata a passare.
La cosiddetta Città Emergente ha ancora bisogno di continuare a esplorare territori musicali e reinventarsi da cima a fondo con grande spirito di collaborazione e partecipazione, così come ha sempre fatto.
La musica non è politica becera. La storia insegna che c’è sempre un’opportunità per tutti. Bisogna continuare a proteggere questa straordinaria bellezza e per quanto possibile, a respirare note, creare emozioni.
Le passioni collettive, i sogni comuni, le speranze comunitarie devono continuare ad esistere insieme a quelle Istituzioni che vorranno valorizzare le risorse più creative e coraggiose sul territorio.
MARCO GRECO
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