April 30, 2025

… io, oggi, la metterei giù così: in tedesco …
che fra caldo e negramaro, tatuaggi total body e code chilometriche sulla costa, cartelle esattoriali impazzite, vicini di casa rumorosi, piazza mercato che più che una piazzetta greca ha assunto i connotati di una fermata della metropolitana con tutta la gente in piedi che aspetta il turno, scarafaggi per strada e off shore nel porto, una cosa in tedesco che non centra niente ci può pure stare …

 

quindi, se non dispiace, io la metterei giù così:
“Der Eine fragt: was kommt danach ?
Der Andere fragt nur: ist es recht ? ”
… niente panico che la traduzione ce la metto io che nelle ore di tramonto qualcosina l’ho appresa … la frase, in italiano, è questa:
“Il primo chiede: cosa succede dopo?
L’altro chiede solamente : è giusto ciò che faccio?”
I due di cui si parla nel testo di Storm ripreso da Junger, sono l’uomo libero e il lacchè.
Il servo, il timoroso, l’improvvisato si chiede “solamente se una cosa è giusta”;
valuta pensosamente, soppesa moralmente, considera eticamente e poi, con tiepido fervore, sapendo di conseguire il massimo successo con il minimo sforzo, si lancia in battaglie giuste …

 

… un parco fotovoltaico al posto di una centrale a gas …
… l’istituzione di un’isola pedonale al posto di un insediamento industriale …
… l’accoglienza di tutti i migranti sulle nostre coste in modo da avere la compagnia di Monsignor Bagnasco al posto di rimanere esiliati e schifati assieme all’impresentabile Salvini …
… una buona scuola di là perché non se ne può fare più a meno …
… un taglio delle pensioni di qua che comunque i debiti internazionali vanno onorati
… una soppressione dell’articolo 18 per aumentare l’occupazione …
… un ridimensionamento delle spese sanitarie per evitare ruberie … … gare estenuanti per ogni piccolo appalto pubblico per stanare il malaffare tipo Mafia Capitale …
… un reddito di cittadinanza che va sempre bene …

 

… insomma tutto un twittare grillino sulla cosa giusta da fare per rendere più giusto questo mondo che noi ci siamo impegnati a rovinare …
… tutto un fiorire di hashtag giusti e condivisi più delle regolette dementi al tempo del libretto rosso di Mao Tse Tung…
… tutto un rincorrere i lacchè a 5 stelle da parte di tutti i partiti per sbandierare la scoperta delle cose sempre più giuste che edificheranno un mondo migliore …

 

… l’altro, il primo, Der Eine, invece, è un uomo libero …
a lui non importa se una cosa sia giusta o no o, almeno, non è quella la prima domanda che si pone …
… lui, l’uomo moderno e non condizionato da nessun relativismo culturale è meno chiassoso e, forse, meno felice …
… l’uomo libero sa che siamo impastati con il male, che siamo un puntino minuscolo fra cielo e fango, che il regno dei cieli è di la da venire e che è molto improbabile che lo vedremo realizzato nel nostro breve passaggio terreno …
… l’uomo libero sa che l’unica traccia che può lasciare di se è la memoria di aver fatto il minor male possibile … sa che ogni scelta, ogni azione, ogni decisione comporta una serie infinita di futuri che non possono essere tutti addomesticati …
… l’uomo della collettività, quello che sa che c’è sempre una campana a morto che suona anche per lui, si chiede cosa avverrà dopo la sua scelta … vuol capire se l’altra faccia dell’ecologismo radicale non sia la condanna alla disoccupazione per intere generazioni , se l’accoglienza a tutti i costi non comporterà tensioni sociali insopportabili, se lo scontro sulla buona scuola non assoggetterà la medesima ai centomila neo assunti fra i quali ci saranno pure degli ignoranti cronici, se sia giusto condannare i nostri figli a rapporti di lavoro precari che porteranno a pensioni da fame, se il taglio sulla sanità non comporterà drammi su drammi …
insomma l’uomo che si chiede “cosa verrà dopo?” è un uomo teso, infelice, pensieroso, un po’ scettico ma su cui si può fare affidamento … non sceglierà mai di fare la cosa che tutti ritengono giusta.
Ora, stabilita questa distinzione fra le due categorie, mi chiedo: a che categoria appartengono gli amministratori della nostra città atteso che hanno fatto la cosa giusta mettendo mano al piano della costa senza prevedere che saremmo rimasti senza spiagge per tutta l’estate?
A che categoria ascrivere sindaco ed assessori interessati che hanno permesso (giustamente) che chiudesse Lido Giancola, Lido Sant’Anna, lido Arca di Noè, lido Azzurro ecc ecc e ci hanno condannati all’ombrellone selvaggio e a spiagge sporche per un’intera estate mentre loro se ne vanno al Guna?

 

… io non dico che al comune di Brindisi debbano essere tutti moderni e liberi , che insomma che alcuni di loro stiano la da vent’anni già la dice lunga, ma, cazzo, quando fai un piano della costa e chiudi le spiagge facendo la cosa giusta non ti chiedi dove andrà Apunto Serni per bagnarsi le chiappe chiare?

 

… io, che di amministratori moderni e liberi ne conosco pochi, in questa ultima tornata elettorale, non sono andato a votare …
… mi sono rifiutato di scegliere uno dei lacchè che facevano a gara per apparire più giusti, più rispettosi della legge, più politicamente corretti

… mi sono parsi tutti un tantino “Schwachkopf” (in tedesco si pronuncia “sciavcof” ) …
o, se non piace il tedesco, “dummy” in inglese,
“imbecile” in francese …
o se no, senza sforzo va bene pure “teste di minchia” …

 

A.Serni

No Comments