Spesso passano inosservati, quasi invisibili. Li incontriamo ma non li vediamo. Sovente facciamo finta che non esistano, che non vivano la nostra stessa realtà territoriale.
Sono i tantissimi stranieri che lavorano nelle campagne italiane, sempre più numerosi anche nella nostra provincia.
Svolgono attività lavorative rifiutate dagli italiani, anche da quelli che un lavoro non ce l’hanno o non l’hanno mai avuto. Al termine della lunga giornata di lavoro, dormono in decrepiti casolari delle campagne oppure in fatiscenti tuguri presi in affitto nei quartieri della città. Sono sfruttati e vengono mal pagati da caporali e imprenditori nostrani.
Tanti di loro sono protagonisti di storie al limite della schiavitù.
E quando “osano” far valere qualche diritto si trovano minacciati dalla criminalità organizzata.
Tante loro storie sembrano quelle dell’America del 1800, lontane nel tempo e nello spazio.
Invece, si parla di Brindisi, Italia. Anno di grazia: 2014.
Una di queste storie agghiaccianti è stata denunciata qualche ora fa su Facebook da Angelo Leo, Sindacalista Cgil.
Ve la proponiamo per intero senza nessun altro commento, convinti che il passo decisivo verso la legalità e la civiltà non spetti esclusivamente alle Istituzioni ed alla Magistratura ma, soprattutto, alla coscienza di ognuno di noi.
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