January 17, 2025

La Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia di Taranto, in relazione alla segnalazione danni al patrimonio culturale archeologico a firma dei gruppi consiliari Gruppo Misto Indipendente; PDL; Fratelli d’Italia e Gruppo Indipendente sui lavori in atto nella zona degli orti, rispondendo ha detto che:
“Nel corso del sopralluogo (del quale è disponibile la documentazione fotografica effettuata), non si sono riscontrati danneggiamenti al patrimonio archeologico e, pertanto, qualora i firmatari della segnalazione siano in possesso di documentazione attestante lo svolgimento di livelli e strutture archeologiche, si chiede di trasmetterle a questa Soprintendenza e al Comando Tutela Patrimonio Culturale per i provvedimenti consequenziali. Con l’occasione si vuole comunque ribadire che non rientra nelle competenze istituzionali di questa Soprintendenza, la tutela delle opere fuori terra come muretti a secco e acquari, canali irrigui citati dai firmatari”.

Così ha risposto il Soprintendente archeologico, dott. Luigi La Rocca, a seguito del sopralluogo effettuato in data 20 settembre scorso, non appena venuti a conoscenza, tramite la segnalazione telefonica del prof. Donato Coppola dei lavori alla zona degli orti: “ha disposto il controllo archeologico continuativo dei lavori che comportano scavi al di sotto dei piani di calpestio attuali delle terrazze, da parte di archeologo esterno in possesso di specializzazione e di titoli formativi e professionali adeguati alla tipologia dei lavori”.
“Si resta a disposizione – precisa ancora la nota di risposta – per ogni ulteriore chiarimento e si assicura che questa Soprintendenza, nel corso di più sopralluoghi ispettivi nella zona degli orti, ha impartito, per quanto di competenza, le direttive più opportune per un’attenta sorveglianza archeologica dei lavori di movimentazione terra anche in corrispondenza delle basi dei muretti a secco che, all’epoca della costruzione potrebbero aver intaccati i livelli archeologici. Avendo i muri a secco, fuori terra, la funzione di contenere pietrame e terreno riportato all’epoca della formazione delle terrazze, documentate a partire almeno dal XVII secolo, si è prescritto, inoltre, di documentare e valutare tutti gli elementi utili a datare le fasi dei riporti anche se di epoca postantica”.
La nota del Soprintendente, dott. La Rocca, concludendo dice: “qualora nel corso dell’attività di sorveglianza archeologica, dovessero rilevarsi interferenze dei lavori con strutture e livelli archeologici conservati al di sotto delle attuali quote di calpestio, i lavori saranno sospesi per i dovuti approfondimenti di indagine”.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSTUNI

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