Rendere le strade esistenti più sicure, creare itinerari ciclabili, promuovere il cicloturismo. Sono queste, in estrema sintesi, le parole d’ordine emerse dalla conferenza stampa di presentazione alla cittadinanza della ASD Friends’ Bike Brindisi, svoltasi nei giorni scorsi nell’aula universitaria di Palazzo Nervegna. Presenti, oltre agli atleti e ai dirigenti dell’associazione, anche dirigenti di US ACLI e delle ACLI provinciali. I lavori sono stati introdotti dal Presidente Stefano Trapani che ha riassunto gli aspetti e gli episodi più rilevanti di circa quattro anni di attività sociale, con particolare riferimento ai quattro tour cicloturistici e alle battaglie per la mobilità sostenibile.
Di seguito, il vicepresidente Giovanni Vonghia, ha analizzato lo stato della viabilità locale, non lesinando critiche e proposte nei confronti degli Enti gestori delle strade, nell’ottica di un necessario miglioramento della sicurezza per i ciclisti e tutti gli utenti deboli della strada. Vonghia ha rimarcato la necessità della creazione di itinerari cicloturistici nel Salento e in Puglia, i quali costituirebbero, peraltro, un importante volano di sviluppo economico , preannunciando la proposta che l’associazione Friends’ Bike rivolgerà formalmente agli Enti locali interessati e alla Regione Puglia in merito alla realizzazione di una pista ciclabile che colleghi le città di Brindisi e Lecce.
E’ quindi intervenuto il dirigente US ACLI Giuseppe Bianco, che ha rimarcato l’importanza della bici come mezzo di spostamento veloce ed economico nelle aree urbane.
Ha concluso Claudio Carone, storico dirigente delle ACLI, il quale ha elogiato le attività di Friends’ Bike, evidenziando la necessità di portare i propositi espressi dai relatori nuovamente e al più presto all’attenzione degli organi competenti, al fine di sollecitare quei provvedimenti necessari a rendere il nostro territorio più al passo coi tempi riguardo la mobilità ciclistica.
Al termine della conferenza, ACLI e US ACLI hanno premiato con un trofeo l’associazione Friends’ Bike per l’impegno profuso in questi anni, sul territorio brindisino e salentino, per la promozione del cicloturismo.
In sala era presente l’intera compagine associativa, formata dagli atleti Stefano Trapani, Carmelo Guglielmi, Giovanni Laccertosa, Rocco Cavallo, Francesco Abitino, Enrico de Liguori, Fabio Greco, Vito Galasso, Francesco Punzoni e Giovanni Vonghia.
Comunicato stampa ASD Friends BIke
Testo intervento di Giovanni Vonghia
La nostra esistenza come gruppo va oltre l’aspetto puramente ludico e sportivo.
E’ vero, utilizziamo la bici per viaggiare, divertirci e socializzare, ci piace stare assieme ed avere momenti goliardici, ma ciò non ci impedisce di avere attimi di riflessione e di critica dell’esistente, ad iniziare dal fare il punto sulla situazione di degrado conclamato delle arterie viarie che siamo soliti percorrere con le nostre bici.
La rete stradale cittadina, provinciale e regionale versa in uno stato pietoso, lo diciamo nuovamente senza timore di essere smentiti.
Sono numerosissimi i tratti sconnessi e disseminati di buche, per non parlare di quelli interessati a lavori di interramento cavi e condutture, dove l’asfalto non è stato ripristinato adeguatamente e sono caratterizzati da pericolosi avvallamenti che rendono irto di insidie il transito di tutti i veicoli.
Sono gravi i rischi che corrono gli utenti della strada, soprattutto quelli che circolano su due ruote, a motore e a trazione umana.
A tale proposito, ricordo ai presenti come nel corso di questi anni abbiamo inoltrato alle pubbliche autorità numerosi appelli, al fine di rimuovere queste gravi insidie, manutenere costantemente ed adeguatamente le nostre strade comunali e provinciali, in alcuni casi, occorre dire, certamente indegne di una paese come il nostro, una delle più grandi potenze industriali globali.
Ribadiamo che la vita umana e la sicurezza non possono essere assolutamente subordinate al pareggio di bilancio e a fredde questioni contabili!
Dunque, ci piace viaggiare in bicicletta, ma siamo ben consci dei rischi che corriamo per la nostra sana passione.
Ai pericoli descritti, si aggiunge, peraltro, un atteggiamento poco rispettoso nei nostri confronti da parte di alcuni automobilisti, i quali continuano a passarci rasenti come se nulla fosse, non accettando la nostra presenza sulla strada, come fossero loro gli unici padroni dell’asfalto.
Alla situazione descritta, si somma l’assenza di veri percorsi ciclabili protetti.
La città di Brindisi dispone di una pista ciclabile che scorre parallela la tangenziale, parzialmente praticabile, in quanto spesso interrotta da barriere che servono a dissuadere il transito di mezzi a motore, che finiscono, tuttavia, per complicare e interrompere di continuo il cammino dei ciclisti che sono soliti utilizzare quella arteria.
Totalmente assenti percorsi ciclabili sulla direttrice utile periferie-centro e casa ufficio.
Allo stato, tranne alcuni progetti presentati anni fa da un movimento cittadino, che giacciono in chissà quale cassetto di palazzo di città, non vi sono novità in tal senso, con le ultime amministrazioni che invece di incentivare la mobilità alternativa, hanno pensato bene di aprire al transito e alla sosta delle auto zone che un tempo erano a traffico limitato, assecondando, di fatto, il malvezzo del brindisino medio che, in una città non grande come la nostra, non trova di meglio che utilizzare l’auto, spesso, quando potrebbe farne a meno e per percorrere poche centinaia di metri, aggiungendo le emissioni degli scarichi veicolari a quelle che giungono dall’area industriale della città, come se queste ultime non bastassero!
Sono anni che chiediamo le piste ciclabili che occorrono a questa città e, ove non possibile, l’istituzione delle cosiddette zone 30, dove il limite di velocità è 30 chilometri all’ora per limitare i danni di eventuali sinistri ove siano coinvolti gli utenti deboli della strada, pedoni o ciclisti.
Noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini di Brindisi che abbiano a cuore questi temi, chiedendo di unire la loro alla nostra voce in questa battaglia di progresso utile a tutta la collettività, che ha solo da trarre infiniti benefici da una seria promozione della bici come mezzo di trasporto economico, ecologico e salutare .
Come associazione ci sentiamo in questa sede di lanciare una proposta alle autorità cittadine, provinciali e regionali.
La nostra città e sede di uno dei più importanti aeroporti d’Italia, l’aerporto Papola Casale detto del Salento. Numerosi sono i turisti che giungono nella nostra città per visitare tutta la zona del cosiddetto tacco d’Italia, tra loro anche diversi cicloturisti, che per raggiungere Lecce, sovente imboccano la ex strada statale 16, anch’essa versante in situazione tutt’altro che idilliaca rispetto la viabilità ciclistica, presentando i problemi esposti prima.
Ci chiediamo se gli amministratori locali e regionali siano consci degli enormi ricadute positive che avrebbe la realizzazione di una pista ciclabile protetta che collegasse Brindisi ed il suo aeroporto con la città di Lecce.
Una simile struttura richiamerebbe da noi tanti altri appassionati di cicloturismo da tutto il mondo , creando ripercussioni positive in termini di indotto e di crescita del settore turistico che potrebbe costituire un importante argine alla crisi economica occupazionale che affligge i nostri territori.
Noi questa sera lanciamo questa proposta, convinti di come basti poco per promuovere il nostro bel territorio ricco di storia, natura e cultura, che per crescere ha bisogno solo di aprirsi ad abitudini e tendenze che nel resto del mondo sono realtà radicate e ben collaudate.
Oggi, piaccia o meno, la modernità e il progresso non sono espressi dalla moltitudine delle auto circolanti. Per crescere, culturalmente, non regredire economicamente e in termini di condizioni vitali, bisogna aprirsi a stili di vita non invasivi, ma rispettosi del prossimo e della natura, per preservare l’esistente e non distruggere un pianeta già da tempo gravemente malato.
Lo dobbiamo a noi stessi, alle nuove generazioni e a quelle che verranno, anche per evitare che un giorno queste ci maledicano per non essere stati in grado di evitare la compromissione irreparabile dello spazio vitale del genere umano o, addirittura, la sua stessa lenta estinzione.
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