August 13, 2025

Leggiamo con soddisfazione che non solo cambiano i tempi, ma cambiano anche le opinioni e, finalmente, aumentano i sostenitori di progetti prima ostacolati ed oggi esaltati come toccasana delle problematiche “ambientali”, strategie e strumenti fondamentali per lo sviluppo del territorio.
Ci siamo chiesti: cosa è cambiato?

 
Ieri il rigassificatore era osteggiato, oggi il gasdotto TAP viene appoggiato a gran voce. Ieri il gas non era materia prima da prendere in considerazione, oggi rappresenta l’elemento indispensabile per la tanto celebrata decarbonizzazione. L’unica terapia accettabile “sembra” per la riconversione dei poli industriali di Taranto e Brindisi.

 

La UIL di Brindisi prende atto di quanto sottolineato nell’articolo di stampa del 15 settembre: Puglia decarbonizzata, apparso sul Quotidiano ed apprezza l’attenzione e la correttezza dell’informazione espressa da parte del giornale per il consolidamento del petrolchimico di Brindisi.

 

Lo ribadiamo da anni, precisamente dal 1997, con decine di comunicati ed iniziative a sostegno dell’integrazione tra la raffineria di Taranto e lo stabilimento di Brindisi con una pipe-line e la necessità di integrare sinergicamente i pozzi petroliferi di Val d’Agri con i due poli industriali (comunicato del 8 settembre scorso).

 

Nel Convegno dell’11 novembre 2015: “SBILANCIAMOCI-RiscriviAmo insieme il nostro futuro”, svoltosi a Brindisi nel salone della Provincia con la partecipazione del Segretario generale nazionale UIL Carmelo Barbagallo, del Segretario generale nazionale UILTEC Paolo Pirani e del Segretario generale nazionale UIL Trasporti Claudio Tarlazzi, fu sostenuta la centralità strategica del comparto chimico nazionale contro la decisione assunta da ENI di vendere la consociata Versalis al fondo di investimento statunitense SK Capital.

Una posizione unanime di tutti i convenuti che ha contribuito a rinunciare a quella scelta ed alla modifica del piano industriale nazionale.

Fu inoltre confermata e condivisa la necessità di consolidare lo stabilimento di Brindisi, integrandolo con la raffineria di Taranto, obiettivo attualmente sostenuto anche da altre sigle sindacali.

 

Questo non può che farci piacere perché significa che avevamo visto giusto, che il dissenso con la politica di ENI era motivato e che il petrolchimico di Brindisi può essere, anche per il futuro, al centro dell’attenzione delle politiche industriali del comparto. Considerazione ed impegno che dovranno necessariamente essere dimostrati con i nuovi investimenti di cui ha bisogno.

 

Siamo convinti che il cambiamento e lo sviluppo dell’economia nel nostro territorio e non solo per esso dipenderà da queste decisioni. Un impegno chiaro da parte della politica locale sarebbe veramente il segnale del vero cambiamento di cui tanto si parla, il più delle volte solo a parole, come abbiamo avuto modo di verificare fino ad oggi.

 

Antonio Licchello
Segretario generale UIL

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