Partirà domani, 18 settembre, alla volta del Perù, la nuova missione sanitaria internazionale organizzata da Ripartiamo Aps, in collaborazione con la cooperativa sociale San Bernardo. La spedizione farà tappa prima a Chiclayo, città dove papa Leone XIV è stato vescovo, e poi a Cusco.
Tra i medici volontari che prenderanno parte alla spedizione, due nomi di grande rilievo nel panorama sanitario italiano: Roy De Vita, direttore della Divisione di Chirurgia plastica dell’Istituto tumori “Regina Elena” di Roma, e Walter Morale, direttore della Uoc di Nefrologia e Dialisi dell’Asp di Ragusa. Entrambi hanno già collaborato con la Ripartiamo Aps, recandosi rispettivamente in Nepal e in Madagascar e Tanzania per le precedenti missioni di carattere medico organizzate dall’associazione. Insieme a loro ci saranno anche le dottoresse Maria Luisa Nardulli, chirurgo plastico nell’ospedale Perrino di Brindisi, e Rosaria Martina, oncologa epatobiliare, oltre a tre infermiere e una psicologa della San Bernardo.
A Chiclayo, in collaborazione con la Caritas e con l’Ospedale regionale di Lambayeque, Roy De Vita e Walter Morale saranno impegnati in interventi di ricostruzione mammaria per pazienti oncologiche e di fistola arterovenosa per pazienti dializzati, con il prezioso supporto delle colleghe che si dedicheranno agli screening per i tumori. Sempre a Chiclayo, i medici terranno una giornata di formazione dedicata al personale sanitario e agli studenti universitari, con un focus sull’aspetto spirituale ed etico, a cura di Ripartiamo Aps. La missione proseguirà nella regione di Cusco, dove i volontari visiteranno prima le comunità andine e poi saranno impegnati in screening della popolazione più vulnerabile, in collaborazione con un’associazione locale.
La missione sanitaria in Perù è stata presentata ieri a Roma, al Senato. “Da medico – ha detto il senatore Ignazio Zullo, capogruppo FDI – Commissione Sanità, che ha promosso l’evento – non potevo non considerare questo slancio di solidarietà da parte di tanti colleghi che sono esempio di buona sanità in Italia e che ora andranno a confrontarsi con la realtà peruviana, portando know how e competenze, ma soprattutto ad aprire un confronto su quelle che sono le buone pratiche del nostro paese, e mi riferisco soprattutto alla presa in carica post operatoria, all’assistenza domiciliare o all’assistenza protetta, ma anche al trattamento del fine vita negli hospice”.
E di buona sanità ha parlato anche Maurizio De Nuccio, direttore generale della Asl Brindisi, che sostiene la missione al fianco di Ripartiamo Aps e della cooperativa San Bernardo. “Desidero ringraziare il senatore Ignazio Zullo – ha detto – per questa iniziativa che ci offre l’opportunità di riflettere sul valore delle missioni sanitarie internazionali e sul ruolo che l’Italia, attraverso i suoi professionisti, può svolgere nel mondo. Non parliamo solo di assistenza sanitaria ma anche di solidarietà, cooperazione e prossimità umana. Parliamo della capacità di portare competenze, tecnologie e organizzazione nei luoghi in cui spesso la salute è un privilegio per pochi e non un diritto garantito a tutti. La nostra esperienza in Puglia e in modo particolare a Brindisi dimostra che i medici, gli infermieri e gli operatori sociosanitari sono ponti di umanità. Queste missioni rafforzano anche il nostro servizio sanitario nazionale perché gli operatori tornano in Italia con prospettive, competenze e sensibilità nuove. Diventa un investimento per la qualità e l’umanizzazione delle cure nel nostro territorio”.
“L’incontro con persone che vivono condizioni di vulnerabilità – ha aggiunto il direttore generale della San Bernardo, Pino Natale – è un’esperienza che non può lasciarti indifferente. Per questo ci tengo non solo a sostenere le missioni ma a parteciparvi personalmente e, una volta in Italia, cerco di trasmettere il senso di compassione e di dedizione alla cura anche agli operatori della cooperativa, che ogni giorno svolgono con coscienza il loro lavoro”.
“Ho accolto volentieri l’invito della Ripartiamo a unirmi alla missione in Perù, dopo quella svolta in Nepal – ha spiegato il prof Roy De Vita –. Ho già avuto un confronto con i colleghi peruviani, che mi hanno presentato casi di donne con tumore al seno, casi che in Italia non siamo più abituati a vedere. Entrerò subito nel vivo con gli interventi di ricostruzione mammaria. Per me l’interesse primario è sempre il benessere delle pazienti, che promuovo anche attraverso la mia Fondazione”.
UFFICIO STAMPA ASL BRINDISI
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