Atti persecutori nei confronti delle donne. Il fenomeno non accenna a placarsi in provincia di Brindisi dove, quasi quotidianamente, i Carabinieri danno notizia di provvedimenti a carico di uomini che picchiano o stalkerizzano le proprie compagne o ex conviventi.
Le ultime arrivano da Erchie e Carovigno.
I Carabinieri della Stazione di Erchie hanno tratto in arresto, a seguito di ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, un 43enne del luogo per il reato di lesioni personali e atti persecutori. L’uomo già nel marzo scorso era stato sottoposto al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa emesso dal Tribunale di Brindisi. Dopo un periodo di stretta osservanza delle prescrizioni, il 43enne ha ripreso a seguirla, attuando comportamenti implicitamente minacciosi e in particolare in due circostanze, quando con la sua moto si è avvicinato a pochi centimetri dall’auto della donna, fissandola con atteggiamento di sfida per poi superarla e rallentare impedendole il sorpasso. Una teste ha anche riferito che, nella circostanza, ha fatto finta di investire la donna. È emerso altresì che mentre la moglie si era recata nella caserma dei Carabinieri, l’uomo è transitato più volte con il pretesto di andare a trovare la madre che abita in quella zona, con la quale non ha rapporti da oltre 10 anni. Pertanto a seguito della violazione degli obblighi, l’Autorità Giudiziaria ha applicato all’uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari in quanto la libertà di movimento di cui ha goduto ha favorito la prosecuzione delle condotte criminose. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato condotto nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Carovigno hanno notificato a un 35enne residente in Carovigno la misura coercitiva personale emessa dal Tribunale di Brindisi, del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da questa abitualmente frequentati, nonché il divieto di rivolgerle la parola in qualunque modo, anche ove la incontri casualmente. L’uomo è indagato per atti persecutori perché, non accettando la decisione della donna di interrompere la loro relazione coniugale, ha minacciato e molestato la donna da cui è separato, inveendole contro in stato di ubriachezza, mostrandosi aggressivo anche nei riguardi degli ex suoceri, in tal modo cagionandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura, un fondato timore per l’incolumità propria e del figlio minore, costringendola a modificare le abitudini di vita e in particolare di non uscire da sola di casa per timore di incontrarlo ed essere aggredita. L’uomo ha anche sottoposto in precedenza l’ex moglie a reiterati e gravissimi atti di violenza fisica, morale e psicologica, percuotendola ripetutamente con allarmante frequenza, anche alla presenza del figlio minore, instaurando all’interno delle mura domestiche un regime di terrore. In altre circostanze, dopo averla minacciata ed ingiuriata, le ha puntato alla gola un coltello da cucina, nonché ha tentato anche di investirla con la sua vettura. La pluralità degli episodi persecutori sin dal 2016, nel tempo hanno trasformato la vita della donna in un autentico calvario. Pertanto, la misura coercitiva applicata dall’Autorità Giudiziaria nei confronti dell’indagato appare allo stato l’unica idonea ad impedire la prosecuzione delle medesime condotte criminose.
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