La storia del Polo energetico di Brindisi è stata caratterizzata da annunci roboanti, omissioni, atti assunti e disattesi nonché da contraddizioni stridenti nella gestione politico-istituzionale della materia.
Tutto ciò ha segnato in negativo la riunione del Consiglio Comunale monotematico svoltasi a ben sei mesi dal suo formale annuncio e conclusasi nel modo più deludente possibile.
Nell’ultima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale nei documenti programmatici di quasi tutti i partiti presenti, la chiusura della centrale termoelettrica Brindisi Nord ed il drastico ridimensionamento della potenza in esercizio e del carbone combusto nella Brindisi Sud venivano definiti, con enfasi, obiettivi indispensabili.
Impegni questi acccantonati dalla maggioranza consiliare che ha scelto di non scegliere a presunta tutela di se stessa e non certo degli interessi della nostra comunità.
Il mercato – certamente non la politica – ha imposto la riduzione della funzionalità della Centrale Enel di Cerano fino al 60% della sua potenzialità a pieno regime mentre è bastato un impresentabile progetto della società Edipower A2A per la centrale di Costa Morena per mandare molti politici in confusione con una ricorrente sudditanza psicologica nei confronti dell’impresa elettrica .
L’Amministrazione Comunale aveva ed ha la possibilità di partecipare da protagonista alla riapertura della procedura concernente le autorizzazioni integrate ambientali , ma ha preferito non inviare osservazioni nel procedimento V.I.A. in corso sul progetto di combustione di carbone e CSS nella Centrale Brindisi Nord. Né ha redatto il registro delle emissioni ed il piano d’azione per l’energia sostenibile prescritti alle città firmatarie, come Brindisi, nel patto dei sindaci in Europa. E’ quindi rimasta spettatrice quasi passiva nella “querelle” sull’inquinamento nelle zone agricole adiacenti alla centrale di Brindisi Sud . Diatriba nel corso della quale nessuno si è preoccupato di verificare in quali condizioni si trovano i terreni in questione a tutela degli interessi degli agricoltori proprietari.
Per parte nostra, ribadiamo che la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dei posti di lavoro sono scelte indispensabili e assolutamente conciliabili a condizione che dalle sterili polemiche si passi ai fatti dimostrando che gli impegni elettorali non sono parole al vento e che si è in grado di amministrare con lucidità e determinazione.
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
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