In questi giorni la città è animata dalla discussione sull’assetto produttivo energetico.
Discussione già emersa anche nella seduta consiliare del 24 gennaio scorso, dove alcuni hanno rivendicato la chiusura del sito Edipower / A2A e la metanizzazione della Centrale Enel, altri hanno richiamato la necessità di confermare l’attuale assetto produttivo con relativi lavoratori.
In quel Consiglio Comunale numerosi sono stati gli interventi da parte delle associazioni, ambientalisti, esponenti della politica Nazionale e Regionale, per finire ai rappresentanti dei lavoratori.
Ognuno di loro ha espresso il proprio pensiero in merito, ma due sono state le tematiche che più di altre mi hanno colpito;
La prima: l’ordine del giorno su “ polo energetico “ che si è ridotto ad una passerella per parlare solo ed esclusivamente di Enel ed Edipower / A2A tralasciando tutte le altre aziende produttrici di energia che immettono energia elettrica in rete.
La seconda: illustri Professionisti hanno propinato ipotetici danni causati dalle industrie presenti nel nostro territorio.
Sulla prima immediatamente si capisce che la posizione è strumentale ed ideologica, mentre per la seconda mi sorge spontaneo domandarmi come mai quei dati non sono certificati dall’ASL, dall’ARPA Puglia o da altri Enti che sono gli organi preposti al controllo?
Partendo da quest’ultima riflessione, ritengo che se avessimo dati certificati saremmo nelle condizioni di avere un quadro diverso della situazione, senza creare inutili allarmismi, ma creando invece soluzioni al problema.
Dico ciò, perché reputo che il nostro territorio non è la fotocopia di Taranto. Quest’ultima deve essere solamente da esempio per cercare di avere una attenzione particolare dal Governo centrale e Regionale per iniziare a programmare quel nuovo modello di sviluppo tanto decantato per la Nostra città.
E’ necessario, quindi, partire dal tutelare tutto ciò che è presente per salvaguardare quel poco di economia che è rimasta nella città, prodotta solo dal sistema industriale.
E’ giunto il momento da parte del Comune, di regolamentare i rapporti con le Società energetiche, tra l’altro dichiarato nel documento programmatico del Sindaco, chiedendogli di farsi carico di effettuare corsi di formazione propedeutici alle specificità delle centrali, in modo da mettere, durante le fasi di fermata o di revamping impianti, i giovani brindisini nelle condizioni di avere qualche chance in più per essere collocati.
E’ necessario cominciare a pensare cosa fare delle aree successivamente bonificate, l’auspicio, per attrarre nuovi investimenti sulle aree caratterizzate, è di trovare la forma giuridica per fornire ai nuovi investitori energia elettrica a costo ridotto rispetto al mercato.
In questo momento non possiamo permetterci di chiudere altri siti, perché aggiungeremmo altri lavoratori nel lungo elenco da ricollocare, inoltre perderemmo un ulteriore occasione per uno sviluppo economico riveniente da privati e nuove opportunità di lavoro.
COMUNICATO STAMPA ITALO LICCHELLO – CONSIGLIERE COMUNALE NOI CENTRO
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